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La scuola Sil: imparare facendo. I liceali disegnano auto e droni

Con 120 studenti del Beretta di Gardone si immagina il domani e si spiega cos’è un’azienda
Un momento dell’incontro dei ragazzi del Beretta alla Sil di Lumezzane - © www.giornaledibrescia.it
Un momento dell’incontro dei ragazzi del Beretta alla Sil di Lumezzane - © www.giornaledibrescia.it
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L’innovazione s'impara facendola: le auto del futuro secondo liceali, dottorandi e i manager di Sil. Nel 2050 si viaggerà a bordo dei droni. I mezzi volanti sostituiranno le quattro ruote e il mondo somiglierà sempre più alla distopica Los Angeles di Blade Runner. O almeno, così la pensano i ragazzi del progetto di alternanza scuola-lavoro Vehicles 2050 targato Saleri, che sta impegnando 120 studenti della quinta dell'Istituto Beretta di Gardone Val Trompia in una sorta di competizione interna.

L'obiettivo è elaborare il migliore business plan per ipotetiche automobili del futuro nel giro di sei mesi. Suddivisi in dieci gruppi, i liceali devono occuparsi di tutto: dal brainstorming alla progettazione tecnica fino al marketing, confrontandosi con i professionisti aziendali. «È un modo per avvicinare i giovani all'innovazione e far capire loro come funziona un'azienda leader nel campo dell'automotive». A dirlo è Marco Pedersoli, direttore tecnico di Sil, che abbiamo incontrato insieme al responsabile delle Risorse umane Stefano Gatti per scoprire cosa significa insegnare l'innovazione direttamente sul campo.

Vehicles 2050 è solo uno degli esperimenti formativi in corso nell'azienda di Lumezzane, che nel 2018 ha ricevuto da Confindustria il Bollino per l'Alternanza di Qualità. Un progetto per i giovani ma condotto anche da giovani, come Fabrizio Nodari, neolaureato in Ingegneria all'Università degli Studi di Brescia ora dipendente di Sil, che ha aiutato un team nella fase di brainstorming insieme agli ex colleghi dell'UniBs Motorsport. E proprio dall'Università sono da poco arrivate nuove forze per la ricerca tecnologica che porterà alla creazione di componenti innovativi dei prossimi modelli di Bmw, Audi, Daimler, Mercedes, Fca, Ferrari, Gm e Aston Martin, le case automobilistiche per cui Sil produce pompe acqua e sistemi di raffreddamento.

La protagonista è Alessia Fracassi, 27 anni, laureata un anno fa in Ingegneria meccanica all'Università di Brescia, che la scorsa estate ha vinto un dottorato industriale con una borsa finanziata da Saleri. Per tre anni Alessia studierà le prestazioni delle pompe centrifughe utilizzando le simulazioni fluidodinamiche. «La mia ricerca avrà due temi principali - ci spiega al telefono da Parigi, dove si trova per un periodo di studio di quattro mesi -: la sperimentazione di modelli matematici di simulazione, che consente di evitare costose prove a banco, e l'ottimizzazione del design della pompa per ottenere il massimo dell'efficienza».

Qual è il valore aggiunto di questo dottorato rispetto a un percorso di ricerca solo accademico? «La possibilità di misurarsi con le esigenze concrete di un'azienda e di lavorare su quelle con il supporto dei suoi uffici e dell'università». In inglese lo chiamano learning by doing, imparare facendo. Una filosofia che Saleri ha adottato da tempo con un buon tasso di conversione per quanto riguarda gli universitari: nel biennio 2016-18, 36 dei 42 stage curriculari degli studenti bresciani sono stati trasformati in assunzioni.

Ma se i diciottenni sognano le auto volanti e i dottorandi si spremono le meningi per risolvere i dettagli che, si sa, fanno la differenza, come vedono le macchine del futuro prossimo i manager che, rispetto ai primi due, godono di una visuale privilegiata? «Fra il 2026 e il 2030 ci sarà ancora il diesel e si punterà sui veicoli elettrici, anche se per questi c'è un forte problema di organizzazione legato alle infrastrutture», ci dicono Pedersoli e Gatti. E la guida autonoma? «Esiste già in parte di racing. Arriverà di colpo, da un giorno con l'altro, senza che quasi ce ne saremo accorti».

 

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