Imparare contaminandosi: CLab al nastro di partenza
Creatività, coraggio, flessibilità, andare contro corrente, seguire il proprio istinto, ma anche lavorare sodo, non scoraggiarsi, riconoscere i propri limiti e i propri punti di forza. «Competere, certo, ma anche contaminarsi e condividere. Non bisogna stupirsi se oggi quando parliamo di fare impresa utilizziamo questi termini; se usiamo espressioni come "sviluppare le proprie capacità più intime", perché oggi il mercato è cambiato e chiede non solo capacità tecniche, ma anche umane».
Non ha dubbi, Giovanna Sansoni, del Dipartimento di Ingegneria meccanica dell’Università statale di Brescia, a tal punto che, insieme ad alcuni colleghi ha pensato e realizzato il Contamination Lab, CLab-Unibs per gli amici. «L’idea di fondo è aiutare i giovani a capire se le idee che hanno in testa sono buone e possono diventare prima un vero progetto e poi un prodotto - spiega -. Dalla costruzione di un business plan alla verifica della concreta possibilità di attuazione». Fino qui, in fondo, niente di particolarmente nuovo quello che cambia, e di molto, è la modalità con cui i 48 partecipanti al corso, completamente gratuito, affronteranno i sette mesi in cui si articola il CLab.
«Il modello di formazione che proponiamo - prosegue Sansoni - è basato sulla contaminazione, appunto, vista da varie angolazioni. Diversità e inclusione sono le parole d’ordine che lo contraddistinguono a partire dai partecipanti, che possono essere studenti, neolaureati, dottorandi, borsisti o ricercatori delle diverse realtà bresciane. Perché l’inclusione parte in primo luogo da noi». Così a sposare il progetto, oltre all’Università statale ci sono l’Università cattolica, il Conservatorio, le accademie Laba e Santa Giulia e l’Its Machina Lonati.
«È sempre più necessario sviluppare il pensiero laterale da un lato e dall’altro farsi guidare da sensibilità, attenzione cura nel rapporto con l’altro - dice ancora la responsabile del CLab-Unibs -. Puoi avere tutte le tecnologie del mondo, ma se il tuo team non lavora in armonia, se non conosce la felicità e la gioia di trovare una buona soluzione e di condividerla, sei destinato a sbattere contro al muro». Concetti non così immediati per l’imprenditore medio «che deve farsene una ragione o sarà sempre più destinato a fallire. Per questo i nostri studenti faranno teatro, impareranno a parlare in pubblico, a gestire conflitti, a negoziare»
Ma incontreranno e ascolteranno le testimonianze anche di imprenditori, ricercatori ed enti del territorio che hanno saputo sviluppare la propria idea e trasformarla in aziende di successo. Per Sansoni «un approccio nuovo in una realtà ormai cambiata che impone di operare su piani completamente diversi rispetto al passato». E chi non lo capisce? «Ha presente i dinosauri?». A buon intenditor
Per informazioni e contatti: giovanna.sansoni@unibs.it
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia