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Nasce il Contamination Lab per imparare a fare impresa

Parallelo ai corsi di studio di UniBs, dedicato a studenti (e under 30) di discipline diverse. Team come microstartup
Lo avremo anche a Brescia: il Contamination Lab dell’università
Lo avremo anche a Brescia: il Contamination Lab dell’università
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Lo avremo anche a Brescia. È (sarà) il CLab, il Contamination Lab dell’università. Che a Brescia partirà nonostante non sia riuscito ad essere ammesso (primo degli esclusi) ai bandi del Miur, il ministero di Università e Ricerca. L’Università di Brescia ha comunque deciso di partire stanziando i primi 50 mila euro.

Il CLab è una struttura relativamente poco conosciuta. In altre parti d’Italia (Cagliari,Trento, ad esempio) operano da qualche anno. Il CLab è una sorta di master per favorire l’imprenditorialità e la formazione di nuove idee. È una delle ragioni d’essere della Terza Missione Universitaria che ha nel prof. Franco Docchio il referente: creare legami con il territorio e in particolare con le aziende.

Si partirà con il selezionare 45 (o 60) CLabber, ovvero i ragazzi che frequanteranno ilCLab. 45 o 60 a seconda dei finanziamenti e dei sostegni che si riusciranno a reperire. Chi potranno essere i CLabber? Studenti, studenti di dottorato, giovani laureati provenienti da diverse discipline e quindi in grado, appunto, di contaminarsi. «Se capisci la Critica della ragion pura di Kant capire un bilancio non sarà difficile». E quindi iscrizioni aperte a tutti (anche a chi si è laureato da massimo due anni e comunque under 30, anche dalla Cattolica ad evitare equivoci), la selezione e quindi via alle lezioni prefigurando un corso non inferiore ai 6 mesi che si terrà, volta a volta, un po’ in università (Ingegneria), parte al Csmt, c’è la disponibilità del Collegio Lucchini, forse in parte ad Isfor. Si vedrà.

«L’idea di fondo - commenta la prof. Giovanna Sansoni, che con i colleghi Roberto Savona, Nicola Lopomo, Massimiliano Graneri e Mario Mazzoleni ha collaborato a stendere il progetto - è che non si nasce imprenditori, ma lo si può diventare attingendo a conoscenze diverse: studenti di altre discipline, docenti, tutor, imprenditori che facciano da facilitatori, portatori di esperienze e suggerimenti che non si leggono nei report nè sui libri». Il corso richiede - inevitabilmente - una «forte motivazione alla frequenza», ricorda la Sansoni considerando che per gli studenti questo si affianca alle "normali" attività scolastiche.

In linea generale, questa sorta di master (o super-master) per favorire l’imprenditorialità prevede percorsi per sviluppare la creatività e far nascere idee innovative; fornire strumenti per valutare il valore e la fattibilità e quindi il ritorno economico di un’idea; far conoscere le leggi e gli strumenti per leggere il mercato; condividere con gli altri la propria idea accettando che qualche altro ne abbia una di migliore. Sarà un corso gratuito. In cambio, diciamo così, a fine corso i CLabber dovranno condividere e rappresentare l’idea imprenditoriale sulla quale hanno lavorato.

 

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