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Idrogeno verde dall’acqua di mare e nuovo laboratorio per la sfida green dell’UniBs

Il progetto Prometh2eus e il centro di Ingegneria chimica Cepa al via a settembre. Artioli: «In fase di studio altre soluzioni industriali»
Il laboratorio di Ingegneria chimica-Cepa dell'UniBs in costruzione - © www.giornaledibrescia.it
Il laboratorio di Ingegneria chimica-Cepa dell'UniBs in costruzione - © www.giornaledibrescia.it
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Il 71% della superficie terrestre è ricoperta da acqua, per il 97% salata. Trovare tecnologie e metodologie in grado di sfruttarne le potenzialità risulta perciò cruciale per lo sviluppo futuro. Una certezza che è alla base anche di Prometh2eus, progetto di ricerca che vede come capofila l’Università di Genova in partenariato con quella di Cagliari e con l’Università degli Studi di Brescia.

Finanziato direttamente dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica nell’ambito del Pnrr con 3,5 milioni di euro (800 mila solamente per l’ateneo bresciano) «Prometh2eus si propone di produrre idrogeno verde utilizzando acqua del mare - spiega Nancy Artioli, referente per l’UniBs del progetto -. Ciò è reso possibile grazie a elettrolizzatori ad ossidi solidi (Soec) che lavorano ad alta temperatura (tra i 750 e gli 800 gradi ndr), apparecchiature attualmente non industrializzate ma più efficienti di quelle che sfruttano acqua dolce e meno sensibili alla disattivazione (processo di degradazione nel tempo ndr) grazie all’utilizzo di metalli non nobili».

Il prototipo

Questa tecnologia sarà installata nel giro di un mese e testata proprio a Brescia all’interno del nuovo laboratorio di Ingegneria chimica-Cepa che da settembre sarà attivo all’interno del Dipartimento di Ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente e matematica-Dicatam: «Si tratta di un’assoluta novità per l’UniBs - spiega Artioli che, dopo diversi anni di esperienze in atenei stranieri, è stata chiamata a Brescia proprio per dirigere il neonato laboratorio -, che permetterà di studiare e sviluppare soluzioni industriali in vari ambiti dell'Ingegneria chimica».

Metanolo

La docente e ricercatrice Nancy Artioli
La docente e ricercatrice Nancy Artioli

E uno dei 6 progetti pilota è proprio Prometh2eus che, oltre a produrre in modo responsabile idrogeno verde tramite elettrolisi (è il processo che scinde tramite corrente elettrica le molecole di acqua nei suoi componenti idrogeno e ossigeno), si pone l’obiettivo anche di superare i problemi di stoccaggio dell’H2. «Al termine del processo di elettrolisi parte dell’idrogeno viene immessa in rete, parte invece viene stoccata in forma liquida - sottolinea la docente e ricercatrice originaria di Legnano (Mi) -. Tramite un reattore catalitico ad alta pressione l’H2 verrà unito a CO2 proveniente da correnti di scarto e quindi trasformato in metanolo, i cui utilizzi sono molteplici da quello diretto come combustibile all’uso come additivo per biocombustibili o in miscele».

L’idrogeno però, come noto, presenta un problema di base fondamentale: è difficile da trattare e presenta possibili criticità in ottica di sicurezza. «È questo però il momento di accelerare su progetti con al centro procedimenti e materiali responsabili - conclude Artioli -. Non parlo solamente dell’idrogeno ma anche della valorizzazione dell’anidride carbonica».

E Brescia con la sua università e il suo nuovo laboratorio è ancora una volta all’avanguardia nel processo di trasformazione del modo di produrre e di pensare lo sviluppo, improntato a nuovi paradigmi sostenibili.

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