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Hannover, il futuro può attendere: sfruttiamo il nuovo

In fabbrica sempre più tecnologie digitali, quel che serve dove serve: l’esempio della Toyota
  • Hannover Messe: la più importante fiera al mondo sul 4.0
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  • Un'immagine dai padiglioni della Hannover Messe 2018 - © www.giornaledibrescia.it
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Più che di meraviglia l'industria globale ha bisogno di concretezza. Passato lo stupore per le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni, dai cobot al machine learning dall'IoT ai big data, ora è giunto il momento di portare tali novità all'interno degli stabilimenti. Ma già parlare di novità è superato perché se il tempo passa veloce nel mondo economico ancora di più scorre nell'orizzonte tecnologico.

Questo è il preambolo che in tanti hanno avuto in mente passeggiando per la Hannover Messe. La fiera tedesca, con i suoi grandi nomi e le migliaia di espositori, non ha infatti proiettato i partecipanti in un futuristico domani ma ha messo in mostra quanto e cosa il mondo produttivo può oggi offrire. Ciò si deve anche alla cadenza annuale della rassegna (doppio appuntamento se si considera anche la Messe Usa in programma dal 10 al 15 settembre 2018 a Chicago), «l'impatto è più diluito rispetto a quando era biennale» conferma l'amministratore delegato e presidente del gruppo Camozzi Lodovico Camozzi, ma soprattutto ad un preciso intento di introdurre realmente la digitalizzazione là dove serve.

Esempio perfetto di questa volontà l'ha dato la Toyota, che ad Hannover ha occupato un intero stand posto al centro del polo fieristico. La casa automobilistica giapponese ha ricreato un intero magazzino automatizzato, declinazione dei suoi Tps e Lean Thinking in chiave tecnologica. Velocità degli spostamenti, zero movimenti inutili e sforzo umano ridotto al necessario (il controllo di software e dello stato di salute delle infrastrutture), per garantire il massimo dell'efficacia e dell'efficienza. Niente di nuovo sotto il sole diranno in tanti ma vedere dal vivo che dalle parole si può davvero passare ai fatti fa un certo effetto.

Altri grandi protagonisti della Hannover Messe sono stati i robot collaborativi, presentati da moltissime aziende e usati per le più svariate mansioni. Anche in questo caso si entra nel campo del già visto ma, per tante realtà economiche soprattutto piccole e medie, l'idea di introdurre un macchinario che opera fianco a fianco delle persone sembra ancora fantasia. I prezzi contenuti. E la grande flessibilità (piccole lavorazioni ma anche assemblaggi o per movimentare le merci) ne fanno una risorsa ancora inesplorata. Se a ciò si aggiunge che nei prossimi anni non sarà forse nemmeno più necessario programmarli, come dimostra il caso di Siemens che alla Messe ha portato due robot collaborativi che capivano quale fosse la miglior azione da compiere grazie ad un modulo di Intelligenza artificiale, gli scenari si ampliano ulteriormente.

Ciò che fino a poco tempo fa era nuovo ora è presente ed è proprio ciò di cui l'industria ha bisogno. A cosa serve il migliore dei macchinari se non lo si sa sfruttare, se le sue potenzialità rimangono inespresse e implementate solo in minima parte? Questo è uno dei dilemmi che sta attanagliando anche il tessuto produttivo italiano, catapultato in avanti dagli investimenti favoriti dal Piano Calenda ma ancora, in molti casi, incapace di sfruttare a pieno la forza della trasformazione digitale. Ecco perchè ad Hannover non è andato in scena il futuro. Ciò che realmente è utile è ciò che è concreto e attuale, tecnologie, software e competenze che possano migliorare competitività e bilanci. Oggi non domani.

 

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