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E-Piros, per fare delle scorie di acciaieria una nuova risorsa

Il progetto, che nasce da un'intuizione di Italghisa e coinvolge il Csmt, ha dato vita ad una startup
Lo smaltimento delle scorie attualmente è molto costoso - © www.giornaledibrescia.it
Lo smaltimento delle scorie attualmente è molto costoso - © www.giornaledibrescia.it
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Digitalizzazione e transizione sostenibile sono gli obiettivi che l’economia italiana e bresciana si sono dati come prioritari. I due macro temi però sono, da tempi non sospetti, anche il cuore del Csmt, Innovative contamination hub di Brescia che affianca aziende e territorio nel trasferimento tecnologico.

E per spiegare l'anima sostenibile del polo tecnologico non c’è niente di meglio del progetto per la valorizzazione delle scorie bianche di acciaieria che ha dato vita alla startup E-Piros, acronimo di Eco providing innovative renewal of slags. Tutto nasce alla Italghisa, storica azienda bresciana attiva nella fornitura di ferroleghe per il siderurgico e processi metallurgici per il settore. E da questa esperienza Maurizio e Alessandra Dusi hanno ideato un processo pirometallurgico per trasformare la scoria bianca in due nuove materie prime.

Grazie alla biofisica di Csmt Laura Treccani, nonché alla collaborazione con l’università di Padova, questa è presto divenuta realtà. Il processo permette di estrarre dalla scoria due materie prime, ferrosilicio e slag sintetica (un particolare tipo di calcio alluminato), non crea rifiuti (Zero waste) e non utilizza fonti carboniose, quindi è 100% carbon free.

Le materie prime ottenute sono necessarie per la produzione di acciai e per la maggior parte importate da Paesi esteri. L’implementazione di tale processo nelle singole acciaierie consente di ridurre i costi per l’acquisizione di materie prime e incrementare anche la qualità delle stesse.

Inoltre il processo permette di ridurre i volumi e costi annui di smaltimento fino ad eliminarli. «Lo scarto è davvero ridotto del 100% - spiega l’amministratore delegato del polo tecnologico Riccardo Trichilo -, tanto più se si pensa all’abituale gestione delle scorie bianche. Queste vengono bagnate e scandagliate con un magnete per recuperare l’acciaio residuo. Tutto il rimanente finisce in discarica».

Con il procedimento targato Italghisa e Csmt invece lo scarto non esce mai dal ciclo produttivo e, generando nuovo materiale mette in atto un processo completo di economia circolare. I vantaggi non si limitano alla singola acciaieria ma possono definirsi globali. La valorizzazione delle scorie permette infatti di eliminare l’immissione in ambiente di materiali potenzialmente pericolosi per salute e ambiente, ridurre le aree adibite a discarica e l’estrazione di materie prime naturali. E dopo un anno di sperimentazione il procedimento è stato brevettato.

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