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Un disaster recovery personale per far fronte ai blackout del futuro

Quanto successo in Spagna e Portogallo mette di fronte all’ineliminabile dipendenza della nostra società dalla tecnologia
Una casa in Spagna al buio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Una casa in Spagna al buio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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E luce... non fu più. Aerei, frigorigeri, rete internet, semafori, tutto due giorni fa si è fermato in Spagna e Portogallo dopo il blackout che ha colpito i due Paesi. Lungi dal volere provare a spiegarne le cause, semmai questo è il luogo dove provarne a capirne gli effetti, psicologici ed emotivi più che economici.

Cominciamo dal provare a immedesimarci in un spagnolo: cosa avremmo fatto senza elettricità per una giornata intera? Serve una buona dose di sincerità per ammettere che senza una ricerca su Google, una scrollata di Instagram o semplicemente impossibilitati a prendere anche solo un treno ci saremmo sentiti persi, almeno la maggioranza delle persone.

Perché non si è trattato di digital detox, di una settimana immersi nel verde catartico della Toscana, bensì di un vero e proprio blackout, uno di quegli eventi che nel mondo iperconnesso Occidentale suonano quasi come mitologici. Eppure l’incidente di qualche mese fa all’aeroporto di Heathrow a Londra ci aveva già mostrato la verità: siamo totalmente dipendenti dalla tecnologia. Si tratta di un mero dato di fatto, scevro da giudizi di valore. E ciò vale tanto per le persone quanto, anzi soprattutto, per le aziende.

In tal senso sono state sviluppate tecnologie e sistemi, leggasi disaster recovery, pensate proprio per garantire la continuità del business anche in caso di eventi catastrofici, proprio come un blackout generalizzato.

E noi disponiamo di un protocollo di sicurezza per far fronte a queste eventualità? Non si parla qui di qualche innovativa soluzione tecnica, bensì della consapevolezza di quanto in questo mondo tutto sia collegato e di come il caos iberico possa esplodere ovunque. Sapendo ciò forse non saremo meno persi se dovesse succedere, ma accendendo una candela per combattere il buio almeno avremo creato il nostro disaster recovery emotivo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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