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Chirurgia robotica e IA: lo studio internazionale parla bresciano

L'ingegnere Andrea Moglia ha creato un modello formativo che sfrutta le reti neurali e la realtà virtuale
Da Vinci è uno dei robot per la chirurgia più diffusi al mondo
Da Vinci è uno dei robot per la chirurgia più diffusi al mondo
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La tecnologia sta metaforicamente invadendo sempre più la medicina, aprendo sentieri nuovi e facilitando attività già consolidate. Questo vale in ambito clinico così come in quello formativo. E proprio in quest’ultimo settore parla bresciano il primo studio internazionale sull’uso dell’intelligenza artificiale, combinata con un simulatore di realtà virtuale, per percorsi formativi in chirurgia robotica.

A Pisa

L’innovazione si deve al gruppo di ricerca internazionale guidato dall’ingegnere Andrea Moglia, cresciuto a Gardone Riviera, laureato in Ingegneria all’università di Brescia e ora attivo al dipartimento di Ricerca traslazionale e delle Nuove tecnologie in Medicina e chirurgia dell’università di Pisa. «Dal 2009, all’interno del centro EndoCAS, raccolgo dati per valutare l’abilità innata per la chirurgia tra gli studenti di medicina - spiega Moglia -. Con il Covid e l’impossibilità di lavorare a contatto con le persone ho sviluppato modelli di intelligenza artificiale per predire la curva di apprendimento».

Moglia si è laureato all’università di Brescia
Moglia si è laureato all’università di Brescia

Utilizzando una configurazione (ensemble learning) in cui si aggregano più modelli di reti neurali, l’ingegnere ha così creato un modello in grado di predire in quanti tentativi e in quanto tempo uno studente sia in grado di raggiungere il livello di preparazione richiesto. «In ambito chirurgico ciò è fondamentale perché i tempi destinati all’addestramento sono davvero ristretti - sottolinea -. Ottimizzare la formazione secondo parametri precisi e accurati permette di risparmiare tempo e denaro».

Facciamo un esempio: uno specializzando in chirurgia robotica che debba imparare a utilizzare un sistema da Vinci (si usa anche negli ospedali bresciani) per raggiungere il livello richiesto di competenza ha bisogno di un differente tempo a seconda delle proprie capacità innate. «Grazie all’intelligenza artificiale e al simulatore virtuale queste tempistiche sono ritagliabili su misura in base alla persona - specifica l’ingegnere -, così come possono essere pensati percorsi di formazione ad hoc, proponendo esercizi tarati sulle capacità di ciascuno e necessari per i livelli di competenza richiesti». E in tempi di recrudescenza della pandemia, dove anche le finestre dedicate alla formazione si chiudono per lasciare spazio all’emergenza, avere a disposizione una tecnologia standardizzata, efficace e veloce per creare i chirurghi del futuro non è cosa da poco.

Risparmio

Anche l’aspetto economico non deve però passare in secondo piano. La sanità assorbe infatti la maggior parte delle risorse regionali e la Lombardia è tra le regioni che potrebbero beneficiare maggiormente di un sistema di formazione tramite intelligenza artificiale, considerati budget e sistemi per chirurgia robotica installati (non solo da Vinci ma anche di aziende concorrenti). Perché questo metodo è trasferibile a qualunque sistema di chirurgia digitale. Avere a disposizione una tecnologia in grado di snellire gli iter formativi rappresenta una nuova frontiera per la chirurgia robotica, un esempio di come l’innovazione digitale possa migliorare la vita quotidiana delle persone.

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