GdB & Futura

Alfabeto Farinetti: un grande perché supera ogni come

L’imprenditore di Eataly rilegge il Mondo. Servono nuove parole per connettere i cervelli degli homo sapiens
L'imprenditore Oscar Farinetti in uno scatto di Paolo Benegiamo
L'imprenditore Oscar Farinetti in uno scatto di Paolo Benegiamo
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Il mondo o sarà nuovo o non sarà. Per molti aspetti non è una valutazione tranquillizzante, ma questi non paiono tempi dove crogiolarsi in vecchi modelli. Una specie animale sulla Terra ci sta mediamente per 5 milioni di anni, noi sapiens ci siamo da 300 mila e quindi avremmo davanti 4 e passa milioni di anni di apparente tranquillità. Ma qualcuno oggi sarebbe pronto a farci una scommessa? Ora, senza mettere l'elmetto del catastrofista è onestamente difficile immaginare che a quella data ci si possa arrivare, perlomeno continuando a fare quel che stiamo facendo: mangiando il mondo e mangiandoci fra umani. Potrà durare?

Servono, come usa dirsi, nuovi modelli, nuovi paradigmi, anche nuove parole perché è con le parole che il sapiens legge il mondo. E se questo mondo ha da essere nuovo è bene attrezzarci anche sul fronte, diciamo così, lessicale, mentale per meglio dire o, per andare ancora appena più in profondità, serve tornare a chiedersi il perché fare cose più che l'innata idea umana del come fare le cose. È come sempre: un grande perché supera ogni come.

Oscar Farinetti e la sua idea di mondo nuovo. L'occasione è l'incontro web promosso da Siderweb su siderurgia, sostenibilità, nuovi umanesimi, digitale. Curioso che si chiami Farinetti (imprenditore e re del marketing, fondatore di Eataly fra le tante cose) ad un confronto in chiave, per così dire, siderurgico. Che ha a che fare uno come Farinetti con i forni elettrici e le billette? Ovviamente poco o nulla, avremmo detto un tempo, molto di questi anni. Farinetti è sempre stato a suo modo un innovatore, uno che ama guardare oltre, uno che ha applicato le tre C che Emanuele Morandi ha messo a riferimento quando vent'anni fa (a proposito: auguri) fondò Siderweb: conoscenza, contaminazione, cooperazione con l'aggiunta più recente del coraggio, virtù quantomai necessaria.

Nuove parole, dunque. Farinetti racconta come nei mesi scorsi abbia chiamato i suoi per definire una sorta di nuovo sillabario del futuro. Attenzione: non è tanto (o non solo) un esercizio di filosofia, è roba concreta, cose da cui possono nascere nuovi perché e quindi modi nuovi per fare cose antiche com’è il ferro, per dire. Farinetti assegna nuovi e più ampi significati ad almeno 5 parole che altro non sono che la sintesi di una vita: 1) dal mangiare si passa alla Terra, quindi alla conoscenza dell'origine delle cose che vanno in tavola; 2) dall'amare passiamo al Ri-parare (è il recupero dei materiali, ma anche delle relazioni umane); 3) dallo studiare al Mutare (è l'idea della formazione stabile ma anche del recupero della fiducia, della necessità del cambiare); 4) il lavorare va sostituito con Insieme (virtù che vale doppio per noi italiani: eccellenze singole magnifiche e spesso eroiche, incapaci spesso di fare squadra. E invece è tempo di connettere le menti: così nasce il futuro) e, infine, 5) sognare che diventa Avvenire e che vuol dire, secondo Farinetti e i suoi, la nuova forma dell'umanesimo contemporaneo.

Suggestioni, analisi, schegge di nuovo, tendenze possibili, visioni ragionate o immagini alterate? Lo si vedrà. Io mi porto a casa l’importanza prima del perché prima del cosa e del come. Quel che tiene insieme questo possibile nuovo disegno è - sempre secondo Oscar Farinetti - il digitale: sarà questa cosa qui a salvare il mondo dando una qualche speranza ai 4,7 milioni di anni che potremmo aver davanti prima dell'estinzione dei sapiens. Salvare un pezzo di mondo. Diciamo che è un buon perché...

 

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