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Cer, Garda Uno e il progetto d’«area vasta» che coinvolge 38 Comuni

Il direttore Faini: «Con le Cer cresce la capacità di produrre energia pulita: nel Bresciano attesi fino a 70 nuovi impianti»
Impianti fotovoltaici - © www.giornaledibrescia.it
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Quello delle Comunità energetiche rinnovabili è un frutto che va raccolto maturo, incrociando calcoli sulla produzione, quote di autoconsumo e una normativa sul finanziamento in continua evoluzione. Temi cui Garda Uno lavora da tempo. La particolarità del suo progetto è duplice: da una parte aver costituito una Cer per ognuno (o quasi) dei 38 Comuni coinvolti, dall’altra l’aver realizzato un progetto di «area vasta» che permette di sviluppare sinergie positive, come ad esempio uno scambio efficiente tra territori capaci di produrre molta energia – ad esempio l’entroterra dell’Alto Garda – e aree limitrofe con alti consumi ma scarsa produzione, come i paesi rivieraschi.

Garda Uno ha messo a disposizione delle amministrazioni la propria capacità di progettazione tecnica – spiega il direttore operativo attività produttive Massimiliano Faini –. E non a caso oggi la maggior parte dei Comuni ha una Comunità energetica già attiva: è ciò che succede ad esempio a Desenzano, Sirmione, Prevalle, Bedizzole o, nel Mantovano, a Castiglione delle Stiviere. Ma c’è pure chi è un passo ancora più avanti, come Lonato, Padenghe, Moniga o diversi Comuni della pianura, in primis Leno, ma anche Offlaga, Isorella e Remedello: in questi Comuni, dove le Cer sono già attive, sono in corso anche incontri pubblici finalizzati all’adesione di chi è interessato a entrare nella Comunità.

La strategia

Non va dimenticato che in ogni Comune coinvolto Garda Uno ha lavorato per progettare almeno 1-2 impianti fotovoltaici nuovi da destinare alle Cer, fino ad arrivare a 4-5 impianti nuovi nei paesi più grandi. Parliamo di pannelli solari che hanno trovato ospitalità sopra edifici pubblici o ad uso pubblico. La taglia? Di norma è compresa tra i 20 e i 50 chilowatt (kW). Ma c’è anche qualche eccezione: l’impianto più grande è di oltre 300 kW a Limone sul Garda.

I primi a partire con una richiesta fondi sono stati i 23 Comuni sotto i 5.000 abitanti per i quali già esisteva una forma di finanziamento Pnrr con una copertura a fondo perduto fino al 40%. «Parliamo di progetti definiti – spiega ancora il direttore Massimiliano Faini –, siamo in attesa del preventivo di connessione da caricare sul sito ministeriale del Gse». La recentissima possibilità di aderire al bando Pnrr anche per i Comuni sopra i 5.000 abitanti (e fino a 50.000 residenti) è un trampolino di lancio per tanti progetti Cer che, d’ora in poi, hanno maggiore solidità.

La multiutility Garda Uno investe nelle rinnovabili - © www.giornaledibrescia.it
La multiutility Garda Uno investe nelle rinnovabili - © www.giornaledibrescia.it

L’«area vasta»

Nel complesso, il progetto di «area vasta» di Garda Uno punta ad aumentare in maniera massiccia la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si stima, a regime, una capacità produttiva dei nuovi impianti che potrebbe oscillare tra i 2.200 Megawattora e i 3.500 MWh. È vero che ci vorrà ancora qualche mese prima che il percorso Cer entri per tutti nella fase esecutiva, ma già oggi si calcola che i Comuni (seguiti da Garda Uno) installeranno tra i 50 e i 70 nuovi impianti dedicati proprio alla condivisione dell’energia all’interno della Comunità. E considerando quanto i nuovi pannelli solari siano più performanti rispetto a quelli installati 10-15 anni fa, si capisce anche come mai la produzione elettrica aumenterà.

La logica della condivisione

Ma c’è di più: la Comunità energetica porta in sé una logica nuova – quella della «condivisione» –  che è possibile nella medesima cabina primaria. Produrre localmente non basta, bisogna incentivare la condivisione e l’autoconsumo. Non a caso, la Cer di area vasta di Garda Uno punta in primis a soddisfare le necessità di autoconsumo: a questa voce si dovrebbe infatti dedicare circa la metà dell’energia prodotta (50-60%), destinando poi un 30-35% di energia alla «condivisione» interna con i membri CER e il restante (dal 5% al 20%) come «cessione alla rete».

Il settore energetico di Garda Uno ha sempre lavorato per conoscere al meglio il comportamento dei flussi energetici. L’obiettivo è creare «un equilibrio tra produzione e consumo, facendoli coincidere il più possibile», per dirla con le parole del direttore Massimiliano Faini. Ma per fare questo servono dati: ecco perché i tecnici della multiutility gardesana hanno lavorato sin da subito con Enea per sviluppare «Recon», un applicativo web per la simulazione energetica ed economico-finanziaria di Cer. Un esempio, questo, che denota il sostegno di Garda Uno alla progettazione tecnica delle Cer offerta ai Comuni.

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