Garda

Il genio di Jannacci rivive dalla voce del figlio Paolo

Alla rassegna «Acquedotte» brani dell’artista milanese e dei più importanti cantautori italiani
Paolo Jannacci in concerto a Salò © www.giornaledibrescia.it
Paolo Jannacci in concerto a Salò © www.giornaledibrescia.it
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E’ stato un finale col botto a chiudere la prima tre giorni del festival «AcqueDotte» 2017 a Salò

Nella splendida cornice del cinema-teatro «Cristal» hanno riecheggiato i grandi successi di Enzo Jannacci, scomparso ormai quattro anni fa. A portare in giro per l’Italia i brani del cantante milanese è stato proprio il figlio Paolo, da alcuni mesi impegnato in un progetto musicale che ripercorre i momenti chiave della carriera di uno dei più importanti cantautori italiani.

In una sala gremita, il noto pianista e compositore ha omaggiato la memoria del padre suonando alcune delle sue canzoni più famose: "Ci vuole orecchio", "Vengo anch’io", "El purtava i scarp del tennis", "L’Armando", "Ho visto un re", "Vincenzina e la fabbrica". Ma lo spettacolo di Jannacci si è articolato anche con la presentazione di brani inediti jazz, bossanova e sperimentali composti appositamente per il festival e dedicati al tema dell’acqua, filo conduttore dell’intera rassegna.

Tra risate e gag con il pubblico, a caratterizzare la scaletta del concerto ci sono stati alcuni brani di Paolo Conte e Luigi Tenco. Ad accompagnare Jannacci nell’excursus musicale sul cantautorato italiano Stefano Bagnoli alla batteria e alle percussioni, Marco Ricci al contrabbasso e basso elettrico e Daniele Moretto a tromba, flicorno e cori. L’intera band è così riuscita a stimolare e divertire la platea, riuscendo a creare per quasi due ore un clima di allegria e rivivendo - allo stesso tempo - intense emozioni.  

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