Garda

I volontari si autotassano per contrastare i pescatori di frodo

Le guardie ittico-venatorie hanno deciso di acquistare un ecoscandaglio con cui individuare le reti dei bracconieri
La rete dei bracconieri con i pesci impigliati
La rete dei bracconieri con i pesci impigliati
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A rendere la vita ancora più difficile ai bracconieri ittici, che praticano la pesca di frodo nel Sebino e nel lago di Garda, sarà un nuovissimo alleato delle sentinelle dei laghi: l’ecoscandaglio. Si tratta, nello specifico, di un apparecchio che consentirà di rilevare le reti che si trovano addirittura a circa trenta metri di profondità. Ciò servirà ai volontari per scoprire eventuali situazioni di illegalità, ma anche per prevenirle, visto che negli ultimi tempi questi illeciti sono aumentati a dismisura. Il macchinario rientrerà negli strumenti in dotazione e verrà acquistato direttamente dai volontari, che metteranno mano al proprio portafogli.

«Ci autotasseremo con l’obiettivo di comprare questo strumento, che sarà utilissimo per attuare un maggior controllo dei laghi più importanti della nostra provincia - spiegano i volontari che quotidianamente escono in barca per prevenire situazioni illegali -. La spesa sarà suddivisa tra una decina di persone: sia guardie volontarie ittico venatorie della Provincia, sia gli afferenti all’associazione bresciana dell’Arci Caccia».

L’ecoscandaglio, che dovrebbe arrivare la prossima settimana, verrà utilizzato dai guardiani dei laghi ogni volta che questi ultimi usciranno per i consueti controlli. «Sarà utilissimo e andrà a sommarsi alle decine di segnalazioni che ci arrivano settimanalmente inerenti la pesca di frodo - concludono -. Individuerà, grazie alla tecnologia sonar, anche reti non visibili a occhio nudo. I tramagli illegali che noi scopriamo e sequestriamo sono solamente la punta di un gigantesco iceberg

Grazie a questi macchinario riusciremo invece a individuare anche reti che non ci vengono segnalate e che non sono visibili a occhio nudo. Come l’ultimo intervento effettuato lunedì sulle sponde del Garda che abbiamo condotto insieme ai carabinieri di Salò: se non scoprivamo sul fatto alcuni moldavi che stavano installando tramagli illegali in una zona off limits, nessuno avrebbe mai trovato quelle reti».

 

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