Garda

Droni e intelligenza artificiale per la salute del Benaco

Il progetto coinvolge sei università europee e quattordici aziende pubbliche e private
A caccia di dati. La ricerca vuole creare una mappatura in tempo reale degli agenti inquinanti e monitorare le piene
A caccia di dati. La ricerca vuole creare una mappatura in tempo reale degli agenti inquinanti e monitorare le piene
AA

La robotica a servizio del Garda: lo stato di salute del lago e i sovrafflussi saranno monitorati e gestiti grazie a droni acquatici dotati di intelligenza artificiale. E questi sistemi non saranno buoni solo per il Benaco, ma per tutti i bacini idrici d’Europa.

Atenei. Il progetto oggi in fase di sviluppo a Villa Bagatta di Lazise è infatti di caratura europea: si chiama IntCatch e vi partecipano sei università del vecchio continente, tra cui l’Università di Verona, e 14 tra aziende pubbliche e private, tra cui l’Azienda Gardesana Servizi (Ags) e l’Istituto Superiore di Sanità. Obiettivo del progetto? L’ha spiegato, all’incontro organizzato proprio a Lazise tra i ricercatori e i rappresentanti delle aziende partner di IntCatch, il coordinatore internazionale del progetto, Mark Scrimshaw: «Realizzare modelli di analisi che migliorino la qualità della vita sul lago, tenendo conto dell’economia e dei flussi turistici».

Grazie alla partecipazione di Ags, il lago di Garda è stato scelto come luogo ideale in cui testare le nuove tecnologie a tutela dei bacini idrici: una sorta di banco di prova, il Benaco, perché qui, così come sul Tamigi, vengono sviluppate e implementate nuove modalità di analisi e di controllo delle acque, che poi vengono validate sul lago greco Yliki e sul fiume Ter di Barcellona.

Lavoro di squadra. In cosa consistono? A Villa Bagatta Ags ha realizzato un sistema dimostrativo in cui testare un modello innovativo di trattamento degli scaricatori di piena. Con i partner scientifici dell’Università di Verona e del Politecnico delle Marche, ha realizzato un sistema integrato, eco-innovativo e compatto per trattare al meglio i sovrafflussi di piena, che potrà essere utilizzato anche negli altri impianti attivi in tutta Europa: un modello replicabile, insomma, in tutte le zone costiere a tutela della balneabilità, in quelle in cui sono presenti corpi d’acqua particolarmente sensibili dal punto di vista ambientale e su bacini utilizzabili come riserve idriche.

La tecnologia. Il monitoraggio dell’efficacia dei sistemi utilizzati e dello stato di salute del Garda avverrà attraverso l’utilizzo di droni acquatici autonomi e dotati di intelligenza artificiale, sviluppati dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona: i droni sono in grado di acquisire dati geo-localizzati così da creare, in tempo reale, una mappa con le informazioni sugli inquinanti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia