Garda

«Diventiamo amici»: 30 ragazzi a scuola di inclusione sociale

Si è concluso in modo positivo il progetto che avvicina studenti e persone con disabilità: i ragazzi e gli ospiti dei centri sono diventati amici
I partecipanti hanno avuto modo di diventare amici - © www.giornaledibrescia.it
I partecipanti hanno avuto modo di diventare amici - © www.giornaledibrescia.it
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Avvicinare gli studenti delle superiori alle persone con disabilità, per creare occasioni qualificate di inclusione sociale, favorire l’incontro e l’amicizia, e per diffondere la cultura della solidarietà. Questo il fine del progetto di promozione del volontariato «Diventiamo amici», conclusosi nei giorni scorsi con un alto tasso di gradimento. Una base su cui costruire l’edizione già in programma il prossimo anno.

L’iniziativa

Approvata e co-finanziata dalla Regione, l’iniziativa è stata promossa da Fobap onlus, il braccio operativo di Anffas Brescia, insieme alle organizzazioni di volontariato «Volontari in Cordata di Roè Volciano» e «Un sorriso per tutti» di Idro, e alla Fondazione Dominique Franchi onlus di Brescia.

Da marzo a luglio 2023 il progetto ha coinvolto, nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, 22 studenti degli istituti di Salò (liceo Fermi, Itc Battisti e istituto Medi) e del Perlasca di Idro, cui si sono aggiunti tre giovani volontari di altra provenienza e cinque ragazzi dell’associazione sportiva Asd Alto Garda di Toscolano. Trenta i partecipanti che, dopo una formazione preliminare, hanno operato presso i servizi diurni e residenziali per persone con disabilità gestiti da Fobap a Maderno e dalle cooperative La Cordata a Roè e Cogess a Idro. L’incontro tra persone con fragilità e giovani studenti si è concretizzato, sempre con la supervisione di un operatore, nella partecipazione collettiva ad attività artistiche, sportive e del tempo libero.

I risultati

«Siamo tutti diversi ma tutti uguali. Siamo tutti persone. Tutti meritiamo una possibilità». Questi alcuni dei commenti da parte degli studenti a fine esperienza, che hanno avuto modo di scoprire, dall’interno, come operano i servizi professionalizzati destinati alle persone con disabilità e di generare nuove e preziose opportunità di inclusione.

Un percorso di crescita bilaterale, un arricchimento sia per i volontari - ognuno dei quali è stato mediamente impegnato per 45 ore - sia per chi ha potuto averli a fianco nelle attività quotidiane, organizzate prevalentemente fuori dai centri assistenziali, ad esempio nella piscina di Gavardo o allo stadio di Toscolano. «Gli esiti, in termini di gradimento degli studenti volontari - spiegano i promotori del progetto -, sono stati particolarmente positivi, tanto che tutti i ragazzi che hanno costituito questa importante «rete» si sono resi disponibili a ripetere l’esperienza il prossimo anno». L’obiettivo primario è stato raggiunto: i ragazzi e gli ospiti dei centri sono diventati amici.

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