Garda

Depuratore, il sì del Ministero: «Progetto del tutto compatibile»

Le prescrizioni inviate non individuano aspetti che suggeriscano un cambio di rotta per il progetto gardesano
Il rendering del progetto del depuratore del Garda © www.giornaledibrescia.it
Il rendering del progetto del depuratore del Garda © www.giornaledibrescia.it
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«Sulla base della documentazione agli atti e fornita nei lavori del tavolo tecnico, ed allo stato delle conoscenze, si ritiene che non si siano palesati nuovi aspetti, tecnicamente e scientificamente argomentati, tali da ritenere che la soluzione adottata dei depuratori a Gavardo e Montichiari per la sponda lombarda, sia “ambientalmente” incompatibile con il corpo idrico recettore del Chiese». Questa la conclusione, messa nera su bianco, del Ministero dell’Ambiente, che venerdì ha recapitato la sua relazione definitiva ai soggetti che siedono al tavolo istituito per concertare lo schema del nuovo sistema di collettamento e depurazione del lago di Garda.

Questo, evidentemente, è l’aspetto che più interessa ai sostenitori del progetto di Ato e Acque Bresciane: la conferma da parte del Ministero, in via ufficiale e formale, di quanto già anticipato informalmente dopo le riunioni della cabina di regia del 2 e 23 settembre. La relazione del ministero definisce anche una serie di «attività prescrittive a tutela del fiume Chiese», che presenta criticità già in essere.

Nello sviluppo progettuale dovrà essere previsto: «che l’impianto di depurazione possa consentire il riutilizzo dell’acqua in agricoltura, in un’ottica di economia circolare; l’applicazione allo scarico di limiti restrittivi; interventi per minimizzare odori e rumori degli impianti di depurazione; attenzione all’inserimento ambientale sia nelle opere di collettamento sia negli impianti di depurazione; la minimizzazione degli impatti sui corpi idrici connessa alla presenza di manufatti scolmatori di piena nelle reti di collettamento; sistemi elettrici in grado di evitare disservizi e scarichi non depurati in condizioni di emergenza».

Tra le prescrizioni ministeriali anche «l’individuazione e il collettamento di tutti gli scarichi presenti sul Chiese, siano essi legittimi ed abusivi, al sistema depurativo; la previsione di un ulteriore collettamento e depurazione anche con riguardo agli scarichi industriali presenti nel bacino del fiume Chiese; il monitoraggio delle concentrazioni dei nutrienti (nitrati, ecc.) e del loro impatto sui corpi idrici recettori; la considerazione del «deflusso ecologico» al posto del «minimo deflusso vitale», per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità del corpo idrico; l’adeguato collettamento e depurazione per tutte le aree che ne siano prive».

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