Garda

Contaminate da Pcb: nel lago di Garda resta vietata la pesca dell’anguilla

Il divieto, secondo quanto stabilito dal Ministro della Salute, resta in vigore fino al 2024
Le anguille non possono essere pescate nel lago di Garda © www.giornaledibrescia.it
Le anguille non possono essere pescate nel lago di Garda © www.giornaledibrescia.it
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Pesca dell’anguilla nel Benaco: anche per quest’anno resta in vigore il divieto. Il ministro della Salute ha prorogato fino al 19 giugno 2024 l’ordinanza, rinnovata di anno in anno dal lontano 2011, che stabilisce il divieto di pesca e consumo di questa specie ittica nel lago di Garda e nel basso corso del Sarca. L’ordinanza ministeriale vieta «agli operatori del settore alimentare di immettere sul mercato o commercializzare al dettaglio le anguille provenienti dal Garda destinate all’alimentazione umana - si legge nel documento - in quanto contaminate da Pcb diossina simili oltre i limiti previsti dal regolamento europeo 1181/2006». Chi sperava in un miglioramento dei parametri sulle contaminazioni resterà deluso.

Gli esiti degli ultimi monitoraggi, si legge nell’ordinanza di proroga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, «non denotano alcuna diminuzione dei valori medi della contaminazione rispetto ai risultati del Piano di monitoraggio condotto nel periodo precedente 2015-2016».

I prelievi di anguille per l’ultima campagna di analisi erano stati attuati nel 2022. Gli esiti delle successive analisi, condotte dagli Istituti zooprofilattici dell’Abruzzo e Molise (Izsam) e della Lombardia e dell’Emilia Romagna (Izsler), non hanno portato buone notizie. Così la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione ha proposto di mantenere in vigore le misure di gestione del rischio già in essere, «a causa della persistenza degli inquinanti nei sedimenti lacustri e nel muscolo delle anguille».

Il divieto di pesca, commercializzazione e consumo è stato prorogato fino all’estate 2024. Un peccato per il comparto gardesano della pesca, che oggi gravita sostanzialmente attorno a un’unica specie, il coregone lavarello, la cui presenza è in forte calo dopo il divieto di ripopolamento delle specie alloctone. Poter tornare a prelevare l’anguilla, storicamente importante per il comparto pesca, sarebbe stata una boccata d’ossigeno per il settore. Non sarà così.

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