Garda

Come ti cambio la chitarra coi magneti, invenzione gardesana

Liuteria di frontiera alla base della trovata di padre e figlio di Gardone Riviera: calamite per sostenere il «peso» delle tavole armoniche
  • Giorgio e Angelo con le loro chitarre... magnetiche
    Giorgio e Angelo con le loro chitarre... magnetiche
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    Giorgio e Angelo con le loro chitarre... magnetiche
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    Giorgio e Angelo con le loro chitarre... magnetiche
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    Giorgio e Angelo con le loro chitarre... magnetiche
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    Giorgio e Angelo con le loro chitarre... magnetiche
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Una chitarra che suona, la mano che si appoggia sulla tavola armonica (la copertura in legno della cassa, per capirci). La vibrazione che si interrompe, facendo tacere la voce dello strumento. Un gesto fatto chissà quante altre volte, ma che fa accendere la classica «lampadina» nella testa di Giorgio De Santi Tagliapini: come potrei ridurre, si domanda, questo fenomeno, dando più forza allo strumento? Facile (si fa per dire): chiedendo aiuto a papà («che con i lavori di falegnameria se la cava bene») e utilizzando un campo magnetico.

È liuteria di frontiera che Giorgio (insieme al padre Angelo) porta avanti nel piccolo laboratorio casalingo di Gardone Riviera: le loro sono chitarre - rigorosamente classiche - «maltrattate», aperte e bucate senza pietà, per creare strumenti con tavole armoniche a sospensione magnetica. «Non siamo dei liutai: io, essendo un chitarrista, ho giusto una piccola infarinatura. Per i nostri esperimenti utilizziamo modelli economici: partiamo da qui per poi applicare questa nostra idea, che speriamo possa essere un giorno utilizzata per una produzione su larga scala».

«Di fatto noi eliminiamo la tavola armonica originale, sostituendola con una di abete o di cedro. Poi, all’interno dello strumento, al posto delle strutture che servono da sostegno, piazziamo dei magneti. Inizialmente abbiamo provato con tre: la particolarità è che, con un cacciavite, si possono alterare le distanze tra i magneti stessi, modificando il timbro della chitarra».

Una «avvitata», e la sei corde diventa più secca, nasale. Un doppio «svitamento» e acquisisce un suono scuro, caldo. «La nostra forza - scherza Giorgio - è l’ignoranza. Siamo persone curiose e non abbiamo freni o pregiudizi, sperimentiamo senza paura».

Adesso i due hanno iniziato a cercare un confronto, contattando chitarristi, liutai ed anche aziende del settore. E sfruttando facebook. «Fino ad oggi - ammette il 27enne gardonese - abbiamo ricevuto molte pacche sulle spalle, ma ora vorremmo trovare qualcuno interessato a sviluppare la nostra idea. L’iter per il brevetto è già avviato, intanto stiamo lavorando ad uno strumento (per la precisione un mandolino, ndr) che non abbia troppe "stranezze", giusto per vedere che reazioni suscita. Poi realizzeremo un ukulele con tavola armonica trasparente, in policarbonato, per far vedere come funzionano i magneti».

 

 

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