Gli europei fermano l’onda sovranista

Sommando tutti i risultati, arriva comunque al di sotto del 25%: è un 7 per cento in più rispetto al 2019, ma la maggioranza tiene
Marine Le Pen e Ursula von der Leyen - © www.giornaledibrescia.it
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I partiti europeisti mantengono la maggioranza al Parlamento europeo, i sovranisti devono accontentarsi delle affermazioni nazionali. Su tutti quelli di Le Pen in Francia e la conferma di Meloni in Italia; ma a livello europeo la popolare von der Leyen conserva la maggioranza.

Si tratta di un risultato annunciato: lo avevano anticipato i sondaggi e le proiezioni paneuropee che hanno seguito quotidianamente una campagna elettorale, troppo spesso schiacciata su tematiche interne.

Gli esiti della decima tornata elettorale europea vanno letti quindi da due prospettive distinte, seppur complementari. La prima, quella su cui viene posta sempre maggiore enfasi e su cui i mezzi di informazione battono con insistenza è l’avanzata delle destre e dei sovranisti. Si tratta dei partiti che vorrebbero arrestare il percorso europeo e tornare ad un consesso di Stati, molto simile alla prima Comunità europea: da Meloni a Le Pen, da Salvini a Wilders; senza dimenticare i tedeschi di AfD. Alcuni di questi partiti hanno vinto le elezioni a livello nazionale. In Francia la vittoria del Rassemblement National, che ha doppiato un morente movimento macronista, ha spinto il presidente francese ad indire nuove elezioni. E anche in Germania il naufragio elettorale delle tre forze della coalizione di governo potrebbe avere ripercussioni per Scholz.

Nonostante gli scandali (tra rapporti con i russi e nostalgie naziste) che hanno travolto AfD le urne li indicano come secondo partito alle spalle dell’Unione cristianodemocratica; mentre l’Spd ha ottenuto la metà dei consensi di 5 anni fa.

Se Francia e Germania (e Belgio dove si svolgevano anche le elezioni nazionali e De Croo si è dimesso per quel risultato e non le Europee) hanno subito contraccolpi nazionali, guardando le proiezioni del prossimo Europarlamento e sommando tutti i seggi conquistati dalla variegata galassia sovranista si arriva al di sotto del 25%. È un 7 per cento in più rispetto al 2019 e testimonia che un elettore europeo su quattro non condivide l’idea di Europa unita e si è convinto che il nazionalismo sia un’ideologia in grado di rispondere alle policrisi sistemiche che hanno travolto il vecchio continente. Ma non basterà per essere maggioranza. Anzi sarà all’opposizione con qualche possibile sostegno esterno.

A questo punto va osservata la seconda prospettiva, che sicuramente fa meno notizia, ma che conferma la tenuta delle forze cosiddette europeiste, a partire dal Partito popolare europeo che vince le elezioni ed è primo in Europa, seguito dai Socialisti in tenuta e dai Liberali (quelli su cui vi erano maggiori dubbi di tenuta con la caduta macronista). Gli europeisti at large (compresi quindi anche i Verdi) valgono il 65% del Parlamento europeo. Il compito del blocco europeista sarà quello di tenere fede ad una certa idea di Europa, nonostante l’asse Parigi-Berlino ne sia uscito indebolito e Roma abbia venature eurocritiche.

Questo ci porta all’ultimo livello d’analisi, su cui tuttavia ci sarà tempo e modo di ragionare nelle prossime ore: i risultati elettorali nel nostro Paese. Fratelli d’Italia si conferma il primo partito ed è per Giorgia Meloni un grande risultato visto che spezza quel teorema per cui la forza di governo di solito viene punita alle Europee. Forte di questa affermazione, Giorgia Meloni ha a sua disposizione la delegazione più numerosa tra i Conservatori e Riformisti (partito di cui è anche presidente a livello europeo). Il suo ruolo potrebbe essere decisivo per un’eventuale rielezione di Ursula von der Leyen, a partire dal passaggio istituzionale al Consiglio europeo, ma anche a Strasburgo dove serve una maggioranza assoluta non così scontata.

Il Partito democratico si conferma seconda forza politica sopra il 20% e alle sue spalle il Movimento 5 Stelle che ha centrato tutta la campagna elettorale sulla figura di Giuseppe Conte. Nel centrodestra Forza Italia sopravanza la Lega creando nuovi equilibri nella coalizione; oltre la soglia di sbarramento vanno Alleanza Verdi e Sinistra, mentre sarà voto su voto per Stati Uniti d’Europa e Azione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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