Economia

Urso: «Per Iveco nuovi tavoli con Tata e Leonardo a settembre»

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha risposto durante un question time alla Camera circa la cessione a Tata e Leonardo
Lo stabilimento bresciano di Iveco © www.giornaledibrescia.it
Lo stabilimento bresciano di Iveco © www.giornaledibrescia.it
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«Ai primi di settembre convocherò la prossima riunione alla presenza delle due aziende Leonardo e Tata, in due distinte sessioni, insieme con i sindacati e le regioni su cui insistono gli stabilimenti»: è quanto ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando delle trattative per la cessione del gruppo Iveco a Leonardo, per la parte relativa al settore della difesa, e a Tata, per la parte civile, durante un question time alla Camera. «In quella sede sono convinto che si evidenzieranno impegni cogenti e continuativi che possano e debbano garantire tutti», ha aggiunto Urso.

Il gruppo cinese, nel 2021

Urso ha garantito che «il governo segue sin dall'inizio con grande attenzione la trattativa» e sottolineato che «si tratta di un'operazione profondamente diversa da quella che si tentò di costruire nel 2021 con un gruppo cinese». «L'accordo allora non si concretizzò anche per il mio intervento nella qualità di presidente del Copasir», ha spiegato Urso per i rischi che le tecnologie strategiche del ramo difesa fossero oggetto di vendita a una società non europea. Mentre il progetto attuale è che Iveco Defense venga ceduta a Leonardo, «campione nazionale del settore».

Iveco, il question time alla Camera

Un tavolo permanente

«Il tavolo ministeriale sarà permanente e seguirà tutto il percorso di cessione nei prossimi mesi affinché siano garantite le massime tutele per i lavoratori coinvolti e per la valorizzazione del patrimonio industriale di Iveco, orgoglio del made in Italy e dell'intera sua filiera», ha aggiunto Urso. «Allo stesso modo vigileremo» per la tutela della tecnologia, della ricerca, del patrimonio industriale «facendo ricorso, ove necessario, agli strumenti previsti dall'ordinamento vigente per assicurare un adeguato presidio sugli asset di rilevanza strategica», conclude indicando la possibilità di fare ricorso alla clausola di golden power. 

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