Una startup per rilanciare il Gaver con un modello sostenibile

Angela Dessì
Il progetto di Marco Ghidinelli con la Wilde Pulse 1945 promuove attività inclusive ed ecologiche
Marco Ghidinelli ha creato la startup Wild Pulse 1945 - © www.giornaledibrescia.it
Marco Ghidinelli ha creato la startup Wild Pulse 1945 - © www.giornaledibrescia.it
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Alla piana del Gaver nasce «Wild Pulse 1945», la società benefit che mira a dare nuovo «battito» ad una delle piane più suggestive del parco dell’Adamello. La startup, il cui atto costitutivo è stato formalizzato lo scorso 30 luglio, prenderà casa al rifugio Campras e, complice la passione del fondatore Marco Ghidinelli, sarà l’occasione per vivere in modo inedito, ma rigorosamente sostenibile, uno degli angoli montani più amati del territorio provinciale.

Del resto, Ghidinelli conosce bene quegli scorci. Classe 1973 ed una passato da direttore commerciale in numerose aziende del territorio, Ghidinelli è da sempre uno sportivo con l’amore per le maratone e per la montagna, quella dell’alta Valsabbia in particolare.

Ed è proprio qui che un paio d’anni fa matura per la prima volta l’idea di «mollare tutto» e dedicarsi ad una missione diversa: rilanciare il territorio del Gaver, favorendone una fruizione destagionalizzata dell’offerta turistica e preservandone la biodiversità e l’inclusione sociale.

L’ambizione

Un progetto ambizioso, che non a caso trova forma nella società benefit, formula giuridica che crea una solida base per l’allineamento della missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso.

«Avrei potuto semplicemente creare una onlus, ma la mia volontà era quella di coniugare il profilo del business tipico delle società a scopo di lucro con l’impatto positivo verso la società e l’ambiente, particolarmente importante in un territorio che come questo ha subito negli anni grandi cambiamenti anche dal punto di vista della fruizione», spiega Marco Ghidinelli che indugia da un lato sull’impatto sociale sulla comunità locale coinvolta in attività inclusive e dall’altro sulla sostenibilità ambientale, da Wild Pulse 1945 portata avanti attraverso pratiche ecologiche come l’uso di materiali riciclabili, la gestione responsabile dei rifiuti e la promozione del trasporto a basso impatto.

Pochi giorni fa, peraltro, il presidente della Comunità montana di Vallecamonica, Alessandro Bonomelli, aveva sollecitato le comunità camune e valsabbine a fare proposte per rilanciare la zona. «Mi trasferirò io stesso alla piana del Gaver, perché sono il primo a voler abbracciare uno stile di vita più sano, sostenibile e improntato all’accoglienza», prosegue il bresciano che non dimentica anche l’impulso dato in questo modo allo sviluppo economico locale attraverso la collaborazione con fornitori ed aziende della zona, molti dei quali già coinvolti direttamente nel progetto come sponsor.

Le attività

Tante le attività pensate per ridare linfa vitale alla piana, tradizionalmente votata a quel turismo «da neve» divenuto ormai quasi un miraggio. «Oltre ad offrire panorami mozzafiato, il Gaver è una destinazione ideale tanto per attività estive come il trail running, la mountain bike, lo yoga all’aperto e l’orientiring quanto per attività invernali come lo sci alpinismo e le ciaspolate», prosegue Ghidinelli precisando che la società benefit non si limiterà solo ad eventi sportivi ma organizzerà anche corsi di fotografia, eventi culturali con testimonial della montagna e presentazioni di imprese sportive, così da arricchire l’esperienza dei visitatori.

Se a questo si aggiungono iniziative come il «turismo scolastico estivo» ed eventi ludici come la gara di braccio di ferro o la caccia al tesoro nel bosco, il quadro di un «nuovo» Gaver è già tratteggiato. Intanto, la partenza delle prime attività è fissata per il mese di settembre, mentre entro l’estate prossima il palinsesto dovrebbe entrare a pieno regime.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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