Una città piccola e una provincia grande: le scuole superiori migliori sono country

La notizia, già ampiamente anticipata, è stata una mezza sorpresa: le migliori scuole superiori sono in provincia. Ma pensa te! In realtà, ed è per questa che la sorpresa è solo mezza, la storia si sta ripetendo da qualche anno ma l'ultima indagine di Eduscopio (Fondazione Agnelli) pare mettere un nuovo ordine di priorità: quel che pareva una eccezione sta diventando una magnifica realtà.
Non mi addentro nei criteri li cito solo: analisi dei risultati universitari per i ragazzi usciti dai licei e tempo di occupazione per chi esce dalle scuole tecniche. Le classifiche dettagliate per gli interessati sono state pubblicate sul Giornale di Brescia lo scorso 29 novembre. Ma voi credetemi sulla parola: sui 9 diversi indirizzi dei licei a livello provinciale, al primo posto figura (sezione Scienze Umane) una sola scuola cittadina, il De André. Il resto è appannaggio di Salò, Breno, Manerbio, Iseo eccetera.
Stessa cosa per le scuole tecniche con l'indice di occupazione: su quattro indirizzi il solo Mantegna tiene alta la bandiera della città, gli altri tre primi posti sono per Montichiari, Manerbio e Gardone Valtrompia.
La sintesi della storia è che, anche nelle scuole, si configura quel che su altri aspetti la geografia da tempo ben sa. Ovvero: la nostra è una grande provincia (parlo di abitanti e chilometri quadrati) con al centro una città relativamente piccola. Non c'è nulla di nuovo sotto il sole: vale per il commercio, per molti aspetti dell'intrattenimento, vale per l'industria, e vale anche per la scuola. Negli anni, anche quelli che erano piccoli - e diciamo pure provinciali per definizione - istituti superiori sono cresciuti. Vale anche per questi quel che un po' vale per le università che si affacciano sul mercato: serve tempo per dare un'anima alla scuola, serve una sorta di selezione che implica anni per avere professori e dirigenti (meglio se bravi) che mettano radici e che quindi diano forza alla scuola.
Confesso che un qualche sentore l'avevo avvertito cinque-sei anni fa, quando andando a presentare il progetto Da Vinci avevo avuto modo di conoscere prof e dirigenti di spessore, pienamente coinvolti nella scuola. Stupidamente me ne stupii e invece era un fenomeno già in corso.
Va da sé che il sapore della città è unico, così come - se mi è permesso - la qualità delle scuole cittadine, al di là e oltre la classifica di Eduscopio, che pur ha un suo fondamento. Dico quel certo sapore di città ben sapendo dei problemi, anche logistici, che l'andare in città comporta. Ma anche questa è vita: perdere un po' di ruggine campagnola e scoprire un pur piccolo, nuovo mondo.
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