Ue-Mercosur, mondo agricolo in allarme: «A rischio il Made in Italy»

Quella che per alcuni è una notizia dai risvolti negativi, per altri suona come un allarme, persino come una potenziale sconfitta. Il mondo agricolo bresciano si oppone con forza all’accordo di partenariato tra Ue e Mercosur, «una partita di scambio tra i benefici per l’industria e i danni per il mondo dell’agricoltura» attacca Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia. «Siamo da sempre favorevoli agli accordi di libero scambio - aggiunge -, ma solo se questi sono strutturati in ottica di reciprocità e di comunanza sotto il punto di vista delle regole, un po’ come avvenuto col Canada con il Ceta». Ciò per Garbelli non vale coi Paesi sudamericani, «dove deforestazione, utilizzo di ogm e fitofarmaci sono la normalità».

Ancora più duro l’affondo di Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia, che rimarca come «l’accordo resta insoddisfacente e rischia di penalizzare gravemente i nostri agricoltori e i consumatori europei. Serve il rispetto del principio di reciprocità sugli standard produttivi e controlli rigorosi su tutti i prodotti agroalimentari che entrano in Europa. Non possiamo accettare che arrivino sulle nostre tavole alimenti ottenuti con antibiotici come promotori della crescita o pesticidi vietati da anni nella Ue».
E aggiunge: «La clausola di salvaguardia, seppure un passo in avanti, è inefficace se non prevede un’attivazione automatica e reale. Nei primi nove mesi del 2025 ci sono stati 130 allarmi alimentari in Europa legati a prodotti importati dal Mercosur, un terzo dei quali sulla carne: numeri che, insieme al rischio su riso e zucchero, parlano chiaro».

Un rischio che anche per Garbelli non è da sottovalutare, «come dimostra già adesso l’arrivo, a seguito situazione climatica, di una serie di navi cariche di mais ogm che giungono a prezzi stracciati, in concorrenza nostri agricoltori. Questo va a mettere in difficoltà le nostre aziende, in quei settori dove siamo tradizionalmente forti quali quelli seminativo, del mais e delle carni. Secondo il numero uno bresciano di Confagricoltura, con il presidente nazionale Massimiliano Giansanti che ha annunciato per ottobre un viaggio proprio in Brasile, «dobbiamo capire che il nostro export agroalimentare è quasi raddoppiato ma la bilancia commerciale resta negativa - le sue parole -. Con questo accordo rischiamo di mettere in pericolo l’intero Made in Italy e di ridurci al mero ruolo di trasformatori abbandonando progressivamente la produzione».
L’ultima stilettata arriva invece ancora una volta da Facchetti, che rivolge le sue critiche direttamente all’Europa. «È inaccettabile pensare di utilizzare i soldi della riserva di crisi della Politica agricola comune, cioè i soldi degli agricoltori stessi, per coprire i danni economici di questo accordo, quando la Commissione ha già annunciato tagli alla Pac - chiosa -. Difendere la nostra agricoltura significa difendere la salute dei cittadini, la qualità del cibo e il futuro dei territori».
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