Timken, ai licenziati la solidarietà dei sindaci della Valle
Dai vertici della multinazionale non sembra esserci il minimo accenno di ripensamento: la chiusura dello stabilimento Timken di Villa Carcina, almeno secondo quanto traspare dalle stringatissime dichiarazioni rilasciate dai vertici del gruppo statunitense specializzato nella produzione di cuscinetti ingegnerizzati per l’automotive, sembra ormai una decisione incontrovertibile.
Al presidio permanente allestito dai 106 dipendenti a partire da lunedì, giorno dell’improvvisa chiusura da parte del gruppo, nello stabilimento di via Fiume Mella, però, si respira una grande voglia di continuare a lottare per riconquistare un posto di lavoro che è stato tolto, senza alcun preavviso, da un giorno con l’altro.
Ieri al fianco dei dipendenti si sono schierate anche le istituzioni bresciane. I sindaci della Valtrompia hanno fatto visita ai lavoratori per esprimere solidarietà e assicurare il loro appoggio. Da Lodrino a Caino, passando per il primo cittadino di Villa Carcina Moris Cadei e del suo vice Gianmaria Giraudini, non mancava quasi nessuno. Accanto agli amministratori comunali della Valle sono intervenuti anche i presidenti della Comunità montana Massimo Ottelli e della Provincia Samuele Alghisi, il quale ha promesso che «il Broletto farà da collegamento con le istituzioni più alte portando, se necessario, la questione davanti al Ministero dello sviluppo economico».
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Una eventualità, quella preannunciata da Alghisi, che pare non essere poi così remota, almeno a giudicare dall’esito dell’incontro online tenutosi mercoledì sera con il direttore europeo del gruppo Andy Dillon su richiesta del Comune di Villa Carcina, della Comunità montana e della Provincia «affinché la decisione di Timken venga rivista».
Il confronto tra le parti è stato piuttosto breve, dato che «l’azienda ha parlato solo per una decina di minuti - ha riferito ieri Elena Duina della Fiom -, riferendo che la decisione di chiudere è stata presa in maniera tutt’altro che superficiale ed è arrivata dopo che l’azienda ha messo in campo (senza successo, dato che la filiale di Villa Carcina è in perdita dal 2008) azioni per cercare di migliorare le performance acquistando, per esempio, le materie prime dall’estero, dove costano meno».
Dillon, sempre secondo quanto riferito da Duina, ha poi accennato agli ammortizzatori sociali di cui i lavoratori potranno beneficiare per i prossimi 30 mesi e alla loro ricollocazione nelle altre aziende italiane del gruppo con sede, per citarne alcune, a Vimercate, Lecco e Monza Brianza. Dura la reazione a queste parole del segretario generale della Fiom di Brescia Antonio Ghirardi, il quale ha promesso di non arrendersi alla chiusura sottolineando come «i lavoratori non sono delle macchine che prendi e sposti calpestando la loro dignità».
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