Economia

Timken di Villa Carcina, lavoratori a rischio: «Siamo scioccati»

In presidio permanente, definiscono la chiusura «una doccia fredda». Berlinghieri del Pd annuncia un'interrogazione parlamentare
TIMKEN CHIUDE I BATTENTI
AA

«Una doccia fredda, un fulmine a ciel sereno, una notizia del tutto inaspettata». È grande lo sconforto tra gli operai della Timken di Villa Carcina, stabilimento specializzato nella produzione di cuscinetti a rulli per il mercato fuoristrada e ferroviario, increduli di fronte alla notizia ricevuta questa mattina: la chiusura definitiva dell'impianto. «Io sono dipendente da 27 anni - racconta uno di loro - e non mi aspettavo proprio un trattamento del genere: un comportamento inaccettabile. Per fortuna che in azienda ci dicevano "siamo una grande famiglia". Questo sarebbe il riconoscimento?».

Centoventi dipendenti, 106 operai e il resto impiegati amministrativi, che terminata la cassa integrazione di un anno rimarranno senza un lavoro e che hanno deciso di mobilitarsi ad oltranza. Da oggi, infatti, sono in presidio permanente.

Aperto nel 1978 dalla Gnutti Carlo spa, l'impianto è stato acquisito nel 1996 dalla Timken, azienda americana presente in 42 paesi nel mondo con migliaia di dipendenti. La chiusura della sede di Villa Carcina è giudicata «necessaria» dalla multinazionale «per ottimizzare le attività e riorganizzare l'assetto produttivo dell'azienda». Parole che non convincono gli operai e i loro rappresentanti, per i quali «il lavoro - dicono - non è mai mancato, così come gli ordinativi». I sindacati nel frattempo si augurano di poter iniziare una trattativa con l'azienda, per scongiurare la perdita dei posti di lavoro. Antonio Ghirardi di Fiom-Cgil Brescia ha detto: «L'azienda ha detto che la loro decisione è definitiva, ma che ci faranno sapere martedì in merito a quanto chiesto. Prima decidono e poi discutono».

Intanto, la deputata Pd Marina Berlinghieri annuncia un’interrogazione parlamentare. «Timken non più tardi di un anno fa aveva annunciato un investimento a Villa Carcina per dimostrare l'attaccamento al territorio. Nominata "Una delle aziende più responsabili d'America del 2020" da Newsweek, utilizza la propria esperienza ingegneristica per "costruire un mondo più efficiente, sviluppando un impatto duraturo per le generazioni future". Per questo, credo che la scelta di chiusura dello stabilimento nel bresciano possa e debba essere scongiurata. La Timken è l'ennesima multinazionale del settore automotive che decide di licenziare, dopo la Gkn a Firenze e la Gianetti Ruote in Brianza».

Anche il presidente della Provincia Samuele Alghisi ha espresso solidarietà ai lavoratori «auspicando che sia possibile trovare una soluzione per le famiglie coinvolte. Se fosse necessario, con il Comune e la Comunità Montana e i sindacati, chiederemo di poter portare le ragioni dei lavoratori al Mise. Impensabile che si licenzino persone da un momento all'altro, senza un confronto sindacale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia