Economia

Imposta di soggiorno: in 5 anni nel Bresciano incassati quasi 51 milioni

Il Garda la fa da padrone: in testa il Comune di Sirmione tallonato da Desenzano. Salò superato da Manerba
Sirmione è il Comune bresciano che incassa di più © www.giornaledibrescia.it
Sirmione è il Comune bresciano che incassa di più © www.giornaledibrescia.it
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Il boom del turismo nella provincia di Brescia ha fatto lievitare negli ultimi cinque anni i proventi dell’imposta di soggiorno incassata dai Comuni che l’hanno prevista. Nel 2020 – annus horribilis della pandemia – le entrate turistiche del Bresciano erano state pari a 4,3 milioni di euro; diventate 13,48 milioni nel 2023, mentre nel 2024 sono lievitate a 14,3 milioni. In totale nei cinque anni presi in considerazione dallo studio (dal 2020 al 2024) i Comuni bresciani hanno incassato 50,9 milioni di euro. Lo studio è frutto di una elaborazione effettuata dal Centro studi enti locali su dati Mef, Banca d’Italia e Istat.

Il Garda su tutti

L’apporto maggiore in termini provinciali arriva dal Comune di Sirmione, la perla gardesana nei cinque anni presi in esame ha incassato poco più di 7 milioni di euro (1,8 milioni solo nel 2024); seguita a ruota dalla capitale del Garda, Desenzano, con 6,8 milioni (2,1 milioni nel 2024). Il capoluogo Brescia si ferma invece a 4 milioni di euro (1,2 milioni incassati nel 2024). Tra le altre città turistiche bresciane si segnalano il Comune di Salò (1,3 milioni in cinque anni), superato da Manerba del Garda con 2,2 milioni di imposta incassati, tallonato da Moniga del Garda, 1,26 milioni. Mentre Ponte di Legno, nei 5 anni ha ricevuto solo 770mila euro.

Interessante notare come la provincia di Brescia abbia incassato, dal 2020 al 2024, quattro volte più della provincia di Bergamo (12 milioni di euro in totale); ma molto meno della confinante provincia di Verona (81 milioni). I proventi bresciani sono stati invece la metà di quelli della provincia di Trento (104 milioni). Mentre Mantova va di poco oltre i 2 milioni nei cinque anni; Sondrio incassa 6,7 milioni; Cremona raccoglie briciole (650mila euro, meno di Ponte di Legno).

Il raffronto nazionale

Lo scorso anno i ricavi per gli enti locali (escludendo Roma Capitale che ha un diverso sistema di conteggio), che solo nel 2024 hanno raggiunto i 760 milioni di euro, il 19% in più rispetto all’anno precedente.

In vetta alla classifica degli incassi derivanti dall’imposta di soggiorno c’è la città di Firenze che è cresciuta ulteriormente rispetto agli anni precedenti, passando dai 45,5 milioni del 2022 ai 69,8 del 2023 e poi ancora, con un aumento del 10%, ai 76,9 milioni del 2024.

In seconda posizione la città di Milano che accorcia le distanze rispetto alla città toscana e si porta – con un aumento di 14,4 milioni di euro (+23%) – a 76,5 milioni.

Venezia è al secondo posto per incassi della tassa di soggiorno - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Venezia è al secondo posto per incassi della tassa di soggiorno - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Salda anche la terza posizione, sempre occupata da Venezia che ha però rallentato la corsa rispetto alle altre grandi città d’arte e ha chiuso con poco meno di 40 milioni di euro il 2024, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Seguono: Napoli con 19 milioni di euro (+9%), Bologna con 15,4 milioni (+22%), Rimini con 14,7 milioni (+28%) e Torino con 10,3 milioni che si confrontano con i 9,8 dell’anno precedente.

Il Comune più piccolo tra i colossi della «top ten» è Sorrento. Nonostante i suoi poco più che 15mila abitanti, la fama internazionale delle sue coste gli è valsa un tesoretto da 9,1 milioni di euro - con un balzo del 32% rispetto al 2023 - e gli ha consentito di superare anche Palermo che si è fermata a 8,7 milioni nonostante un aumento clamoroso rispetto al 2023, in cui i pernottamenti dei turisti gli avevano portato in dote 4,8 milioni.

Significativo anche l’aumento registrato a Genova (da 5,1 a 7,3 milioni), Bolzano (da 961mila euro a 1,8 milioni), Taranto (da 143mila euro a 306mila) e Siracusa (da 1,3 milioni a 2,3).

In controtendenza

Tra le grandi città italiane si segnalano Livorno (-17%), Salerno (-10%), Reggio Emilia (-10%), Forlì (-8%), Novara (-5%) e Terni (-2%). Sebbene in aumento rispetto al passato (+379 in 5 anni), gli enti locali che hanno effettivamente istituito l’imposta di soggiorno sono una sparuta minoranza: nel 2024 sono stati 1.382, poco meno di un quarto rispetto ai 5.700 che sarebbero titolati a farlo.

Complessivamente – si legge nell’analisi del Centro studi enti locali –, sono ancora i Comuni dell’Italia settentrionale a fare la parte del leone quando si passa di incassi derivanti dall’imposta di soggiorno.

Le strutture ricettive del nord Italia hanno raccolto oltre 450 milioni di euro, quasi il 60% del totale, ma il Mezzogiorno sta recuperando terreno, trainato soprattutto dall’ottimo risultato delle isole (+29%). Un peggioramento si è osservato soltanto in 374 enti, più della metà dei quali proprio del nord Italia (225).

In calo oltre a Aosta (-2%), gli incassi dell’area di Cagliari (-11%), Reggio Emilia (-10%), Parma (-5%), Foggia (-3%), Salerno (-2%) e Ascoli Piceno (-1%). r. raga.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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