Streparava brucia i tempi: «Fonderie Cervati riparte già oggi»

Arriva la firma in tempi record, presso lo studio del notaio Roberta Rotondo di Brescia, del contratto di affitto delle Fonderie Cervati, storica società bresciana dichiarata fallita circa un mese fa.
Come già anticipato ieri, grazie a questo accordo la gestione della fonderia e dei 95 rapporti di lavoro in capo ad essa passano all’affittuaria Alunext, società del Gruppo Streparava (aggregazione da oltre 300 milioni di fatturato consolidato) che ne possiede il 51%, mentre il restante 49% è da ricondurre alla Costamp Group di Sirone, in provincia di Lecco, azienda fino qualche mese fa quotata a Piazza Affari, con oltre 50 milioni di fatturato e specializzata nella progettazione e nella realizzazione di stampi prevalentemente destinati al mondo dell’auto.
Il sindacato
In un clima di generale concordia, sono stati sottoscritti anche gli accordi sindacali e quelli con i singoli dipendenti. L’operazione di salvataggio, portata a termine a tempi decisamente record, è stata resa possibile anche grazie al lavoro degli advisor, impegnati tutti i giorni dalla vigilia di Natale a Capodanno. Il curatore fallimentare, il commercialista Luigi Meleleo, è stato assistito dall’avvocato Stefano Mendolia, civilista bresciano, mentre il Gruppo Streparava è stato seguito dal professor Stefano Ambrosini (Studio Amato Ambrosini), esperto di crisi aziendali e presente da tempo su diversi dossier bresciani, da Fintyre alle Raffinerie Metalli Capra, mentre la parte lavoristica è stata gestita dall’avvocato Marco Diliberto dello Studio Pirola. Il consulente aziendale di Streparava è il commercialista e manager Enrico Scio, fondatore e socio di Fai - Futuro alle imprese, che ha seguito tutta l’operazione e partecipato al closing.
Il passaggio
Soddisfatti i vertici della Holding Streparava. «Abbiamo firmato un accordo che sancisce l’inizio di una nuova avventura per Alunext e siamo soddisfatti» -, dichiara Paolo Streprava, amministratore delegato dell’omonimo gruppo, che sottolinea la volontà di andare verso un’altra operazione, quella dell’acquisizione appunto. «Abbiamo portato a termine questa trattativa in tempi lillipuziani, perché quello che ci premeva più di ogni cosa era salvare l’azienda e i 95 lavoratori che vi operano. Ora, già da domani (5 dicembre ndr), predisporremo la riattivazione delle macchine, e porteremo avanti l’affitto per i prossimi 6 mesi, mentre da subito inizieremo a predisporre il piano industriale».
Il curatore
Soddisfatto, almeno per questo primo step, anche il curatore Luigi Meleleo. «Ora abbiamo stipulato l’accordo per l’affitto del ramo d’azienda: tra 6 mesi ci sarà il bando, a cui tutti potranno partecipare». Bocche cucite, invece, sul valore del bando d’asta relativo alla vendita. Per quello sarà necessario aspettare ancora. Vale la pena di ribadire che l’accordo tra lavoratori e potenziale investitore è una delle operazioni che normalmente il Tribunale considera propedeutica e quindi determinante per la cessione di una società in crisi, e su questo la quadra trovata con i sindacati è decisamente strategica.
Per quanto attiene il progetto industriale delineato dalla famiglia di Adro in sinergia con gli industriali di Lecco (la famiglia Corti) pare a lunga scadenza e rientra in un piano strategico di sviluppo delle due realtà attive nel settore dell’automotive. Tant’è che già nel bilancio depositato dalla società lecchese ad aprile, il presidente e amministratore delegato Marco Conti non nascondeva che «già a fine 2020 era stato annunciato un importante accordo per la creazione di una joint venture attraverso la costituzione di Alunext».
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