La Streparava pronta a rilanciare le Fonderie Cervati dal fallimento

Dopo un inizio traumatico, la settimana si chiude con due segnali di speranza per i 115 dipendenti della Fonderie Cervati. A breve verranno pagati gli attesi stipendi di novembre; la prossima settimana, inoltre, una newco compartecipata da un importante realtà dell’automotive bresciano potrebbe rilevare un ramo d’azienda del gruppo siderurgico cittadino per rilanciarne l’attività.
La vicenda
Facciamo, però, un po’ di ordine. Lunedì scorso, il Tribunale di Brescia, bocciando la proposta di risanamento avanzata dai legali della Fonderie Cervati nell’ambito della procedura di concordato preventivo, ha decreto il fallimento della stessa società. Negli stabilimenti di Brescia e Castegnato, inevitabilmente, si è subito fermata l’attività produttiva che fin qui aveva dimostrato «resistenza» agli effetti della crisi finanziaria in cui versa il gruppo. Rimasti, quindi, con le mani in mano all’improvviso, sui lavoratori della Fonderie Cervati ha pesato anche il mancato pagamento dello stipendio di novembre. Ieri, tuttavia, il curatore fallimentare della società, il commercialista Luigi Meleleo, ha garantito che a breve sanerà questa pendenza.
Lo scenario
In questa fase della procedura concorsuale, il principale obiettivo del professionista bresciano, condiviso ovviamente con i giudici del Palagiustizia, è quello di garantire la continuità aziendale della Fonderie Cervati. Dopotutto, anche se il Tribunale ha di recente confermato «l’incapacità della società di non produrre altro se non perdite», gli ordini non mancano. Per di più, la lavorazione delle leghe leggere in alluminio, attività a cui si dedicano i Cervati da quasi settant’anni, seppur gravata dai rincari dell’energia e delle materie prime, gode ancora di ampi margini di sviluppo. Basti pensare che per il futuro del mondo dell’auto, sarà inevitabile un «alleggerimento» dei suoi componenti e per questa «transizione» l’alluminio si rivelerà un elemento fondamentale.
Non a caso, dunque, un grande nome dell’automotive targato «Brescia», come il gruppo Streparava di Adro, sta valutando, sembra insieme a un socio forestiero, di acquisire un ramo d’azienda della Fonderie Cervati per rafforzare la sua filiera produttiva. È risultato inutile chiedere in Streparava ulteriori informazioni in merito a questa possibilità: la nostra istanza è stata rimbalzata al mittente senza nemmeno varcare l’ufficio della portineria.
Allo stesso modo il curatore fallimentare si è trincerato (legittimamente) dietro un’ingannevole «estraneità dei fatti». A questo punto solo la settimana che ci condurrà alle feste natalizie ci potrà portare novità sostanziali sul futuro della Fonderie Cervati. E probabilmente per i 115 lavoratori coinvolti in questa vertenza rappresenterebbero il miglior regalo di fine anno.
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