Economia

Prezzi dell’energia impazziti, energia elettrica e carbone da record

In tre mesi i prezzi sono raddoppiati, e sono già 5 volte superiori al 2021. Senza il gas russo per i Paesi europei il rischio è la recessione
Un impianto di trattamento del gas - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Un impianto di trattamento del gas - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Il calo del petrolio (-3,5% il Brent) è l'unica buona notizia arrivata oggi dai mercati europei dell'energia. La fermata straordinaria del gasdotto Stream 1 ha contribuito a spingere il future del gas sui massimi da marzo, intorno ai 270 euro al Mwh. Ma nel corso della giornata si era arrivati in prossimità dei 300 euro. La minaccia di una riduzione del flusso da parte di Gazprom ha portato in tre mesi ad un raddoppio dei prezzi, già moltiplicatisi per 5 rispetto all'estate del 2021. 

Anche nel territorio bresciano, dove le imprese più energivore rischiano di doversi fermare e tanti settori stanno già soffrendo i rincari delle materie prime, si guarda con qualche preoccupazione a un trend che gli analisti non vedono migliorare fino alla fine dell'anno, anzi, il peggio potrebbe arrivare in autunno. Qualche beneficio, per chi esporta, arriva dalla caduta dell'euro, che da qualche settimana si muove in sintonia con i prezzi dell'energia ed oggi ha di nuovo toccata la parità con il dollaro. Non è ottimista per il futuro l'ad di Enel, Francesco Starace, che nel suo intervento al Meeting di Rimini ha detto di aspettarsi un protrarsi della crisi energetica, «oltre le previsioni». 

Ma ancora più preoccupante del gas è l'andamento dell'energia elettrica. Il future di riferimento per la Germania, lo strumento che dà un'indicazione dell'aria che tira in Europa, oggi è su livelli mai visti nella storia, +13% a 645 euro Mwh. In mattinata si era arrivati a 700 euro. Un mese fa il prezzo era meno della metà. 

I rincari del gas spingono i produttori di energia elettrica e rimettere in funzione le centrali a carbone, e quel che una volta era il combustibile meno richiesto, va a ruba, oggi record a 330 euro la tonnellata. L'aumento dell'impiego di carbone e lignite, i meno verdi tra i combustibili fossili, porta su i prezzi dei certificati sulla CO2, arrivati in mattinata su livelli mai visti nella storia a circa 98 euro la tonnellata. 

L'emergenza energetica, con i costi a livelli impressionanti, è diventata argomento del dibattito politico. Stamattina a Radio24, il segretario del Pd Enrico Letta ha parlato della necessità di mettere un tetto al prezzo del gas. Il segretario del PD ritiene che «questo debba essere il tema principale della campagna elettorale, altrimenti alla fine ci troveremo con aziende chiuse, disoccupazione e perdita di competitività». Il cofondatore di Fratelli d'Italia Guido Crosetto a Radio2 ha avvertito che chiunque andrà al governo, dovrà parlare con tutti gli altri, «anche con chi rappresenta un'altra parte del Paese».

Il rally del gas e dell'energia elettrica incrementa il rischio di una sgradita compresenza nei prossimi anni di alta inflazione e bassa crescita (stagflazione). L'inflazione in Germania, «potrebbe raggiungere un ordine di grandezza del 10%», si legge nel bollettino mensile della Bundesbank diffuso oggi. La banca centrale tedesca avverte inoltre che «un calo della crescita economica è diventato più probabile e lo sviluppo economico è influenzato dagli sviluppi poco convenienti sul mercato del gas».

Uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei Paesi dell'euro già a fine anno innescando razionamenti e recessione: Senza interventi sui consumi il pil dell'eurozona perderebbe l'1,7%, con un impatto del 2,5% per i due Paesi piu' esposti, Italia e Germania. Riducendo i consumi del 15%, come da piani Ue, l'impatto nei Paesi euro sarebbe invece dell'1,1%. Lo stima un'analisi di tre economisti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Angela Capolongo, Michael Kühl e Vlad Skovorodov.

*Websim.it

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