Poche case disponibili e troppo costose: il «caro affitti» adesso è diventato emergenza

Monolocale, 40 metri quadrati, piano terra, via Privata de Vitalis: costo dell’affitto giornaliero 75 euro, mensile mille euro. Monolocale numero due: 40 metri quadrati, corso Palestro: libero da dicembre, 700 euro al mese. Chiari, zona centrale, bilocale 43 metri quadrati, affittasi solo a referenziati: 730 euro. Trovare una casa in affitto a Brescia non è mai stato così costoso («e faticoso», aggiunge chi è a caccia ormai da mesi). La Brescia che corre, quella della Capitale della Cultura, non aspetta e inizia a pesare i metri quadrati come se fossero oro.
Ad Alice manca un mese per conquistare i trent’anni, vive con i suoi a Cremona, ma dovrebbe iniziare la sua nuova vita professionale a Travagliato: «Ho fatto meno fatica a trovare lavoro che a trovare casa. L’impiego, almeno sulla carta, ce l’ho: un posto mio invece, con queste cifre, non posso permettermelo». E infatti è a un passo dal gettare la spugna: «Mi sto chiedendo se valga la pena di accettarlo questo lavoro». La busta paga promessa è di 1.100 euro: «Ho le spese dell’auto: rate, benzina, assicurazione. Dovrò pur mangiare e pagare le bollette, o no?». Lo dice quasi in cerca di approvazione, perché in fondo quel pensiero, quello di dire «no» al contratto a tempo indeterminato - spiega - «mi sembra un paradosso. Ma ho cercato ovunque, non solo in città: di appartamenti in affitto ce ne sono pochi e quelli disponibili hanno prezzi proibitivi per stipendi medi. Senza contare il numero di truffe...».
Effetto domino
Sì, il business degli affitti brevi c’entra. Ma no: non è l’unico «colpevole». Semmai, fa parte di un effetto domino. In cima alla classifica delle cause che alzano il termometro dei prezzi ci sono l’inflazione, il rialzo dei tassi di interesse che rende sempre più difficile alle famiglie sostenere le rate del mutuo (soprattutto se a tasso variabile) e il fatto che un ventaglio di agevolazioni statali a favore dei cittadini per affrontare i rincari stanno per arrivare al capolinea, senza prospettive di rinnovo. Il mercato immobiliare diventa così sempre più esclusivo, con il rischio che per molti cittadini tutto questo si trasformi in emergenza. A partire dal cosiddetto «ceto medio»: coloro che un lavoro (e, quindi, un reddito) lo hanno, ma è troppo basso per poter sostenere canoni così cari e troppo alto per poter accedere alle liste dell’Aler e sperare di ottenere una casa popolare. Esattamente come accade ad Alice.
A questo scorre parallelo un altro aspetto: anche i prezzi di acquisto di un immobile sono cresciuti vertiginosamente. Per capire quanto basta un dato fornito dall’Istat: per il 32% degli italiani l’affitto è l’unica alternativa possibile. Un esempio pratico lo fornisce l’indagine condotta da Abitare Co., che ha confrontato i prezzi del classico contratto di locazione 4 anni più 4. E quello che emerge è che a chi lo ha stipulato all’inizio del 2015, il potenziale rinnovo di quest’anno (trascorsi quindi gli otto anni) comporterà un aumento medio del 25,6%. Tradotto in cifre: il canone potrebbe raggiungere i 945 euro al mese per un alloggio di 70 mq.
La geografia dei costi

Stringendo l’inquadratura sulla nostra provincia e andando a spulciare i dati forniti da Immobiliare.it, emerge che questo è l’anno nero dei rincari. Basti pensare che negli ultimi otto anni il costo medio degli appartamenti in affitto è cresciuto del 36,8% (e i soli ultimi due anni hanno registrato un +16,6%). A questo si aggiunge un altro dato, fornito dal Borsino immobiliare: nel primo trimestre del 2023, l’offerta di case in locazione a Brescia si è ridotta del 29,7% rispetto al 2022.
Prendendo come parametro il mese di agosto, per quanto riguarda l’affitto, il Comune più salato è quello di San Felice del Benaco con 26,15 euro per metro quadrato; il canone più basso si trova invece a Capo di Ponte, con una media di 4,97 euro al mese per mq. In generale, l’aumento medio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è del 6%. Sul fronte immobili in vendita, invece, il picco è rappresentato da Padenghe (4.653 euro al mq), mentre il più economico è il Comune di Lavenone con 240 euro al metro quadrato. Sia per l’affitto (+28%) sia per la vendita (+12%), però, il Comune che ha registrato l’aumento maggiore rispetto al 2022 è Desenzano.
E in città? Per i canoni di affitto in centro si rileva un aumento medio del 10,04% rispetto all’anno scorso. L’impennata maggiore (24,45%) si registra in Panoramica e a porta Venezia, seguono Borgo Trento, Crocifissa di Rosa, Mompiano e Villaggio Prealpino. Ma un rialzo consistente c’è anche a Brescia Due e via Cremona. Più accessibili invece le zone ovest (Urago Mella, Fiumicello, Primo Maggio, Sant’Anna, Villaggio Badia) e quelle verso est (San Polo e Caionvico): lì l’aumento è rispettivamente dell’11,7 e dell’8% rispetto a due anni fa.
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