Economia

Pagati i tributi 2023, da oggi le pmi bresciane lavorano per guadagnare

Il 6 luglio è il tax free day: secondo lo studio di Cna l’imprenditore ci mette 188 giorni per versare quanto dovuto allo Stato
Una pmi bresciana - © www.giornaledibrescia.it
Una pmi bresciana - © www.giornaledibrescia.it
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Questa mattina gli imprenditori bresciani si sono svegliati un po’ più «leggeri». A partire da oggi le pmi sono libere dall’assolvere il loro debito nei confronti del «socio» di maggioranza, ovvero dello Stato.

Quest’anno cade il 6 luglio il «tax free day», ovvero la giornata in cui nel 2023 le piccolo-medie imprese cessano di lavorare per pagare le tasse e cominciano a farlo, finalmente, per produrre reddito e pensare alle loro famiglie.

Quattro giorni sono guadagnati rispetto allo scorso anno, quando la data a partire dalla quale i profitti si possono ritenere idealmente prodotti per sé da una piccola impresa scattò il 10 luglio (considerato che tra il 2005 e il 2022 la pressione fiscale è cresciuta fino a raggiungere il 43,5%). E già con un netto anticipo in confronto al 2021, quando il giorno «albo signanda lapillo» ricorreva il 7 agosto.

Osservatorio Cna

Il dato emerge dallo studio compiuto dall’Osservatorio permanente sulla tassazione delle pmi della Cna. Un imprenditore bresciano, si evince dalla ricerca, deve lavorare mediamente 188 giorni per pagare tasse e tributi per i quali deve versare il 52% dei ricavi provenienti dalla propria attività; nei restanti 177 giorni può essere realizzato l’effettivo guadagno (48% del totale) da impiegarsi per le esigenze personali ed i consumi familiari.

Il total tax rate (cioè l’aliquota fiscale totale che misura, in percentuale, la somma di tutte le imposte e contributi obbligatori e applicate ai profitti commerciali) per le imprese, rapportato al 2022, è pari al 51,5%. È stata presa come modello per Brescia un’azienda con cinque dipendenti, un laboratorio di 350 mq e un negozio di 175; ricavi di 431mila euro; un costo del personale di 165mila euro, 160mila del venduto, 56mila per altri costi e ammortamenti, 50mila euro di reddito.

Il risultato colloca la nostra provincia al 31° posto, ex aequo con le città di Massa, Ferrara, Pescara nella classifica tra i 114 comuni capoluogo di provincia analizzati: il primo è Bolzano, con un total tax rate del 46,7% e un tax free day al 18 giugno, seguito da Trento (47,9%) e Gorizia (48,5%) che «festeggiano» rispettivamente il 23 e il 25 giugno. Nelle ultime posizioni figurano, tra le altre, Bologna, al 105° posto con un tax rate del 56,1% e «tax free» al 23 luglio, Cremona (56,4%) che smette di pagare le tasse il 24 luglio e, ultima, Agrigento dove per le imprese bisogna aspettare il 30 luglio per tirare il sospiro di sollievo.

La tassazione

Brescia, dunque, è meno «vessata» di altre realtà, come anche la vicina Mantova, all’86esima posizione, un tax rate del 53,5% e free day al 13 luglio. Da un punto di vista generale, la tassazione media sulle imprese è scesa di 7,5% grazie a misure come la deduzione Imu del 100%, l’eliminazione dell’Irap e la rimodulazione dell’Irpef. Si è ridotta anche la forbice tra i Comuni più «virtuosi» e quelli dove il peso delle tasse è maggiore.

La pressione fiscale per le pmi, che rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale italiano, continua tuttavia a rimanere molto elevata: lo dimostra appunto il fatto che debbano lavorare fino ad oltre la metà dell’anno unicamente per adempiere agli obblighi fiscali.

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