Economia

Olio extravergine, crollo dei prezzi «anomalo e repentino»

Confagricoltura ha inviato una lettera al Ministero dell’Agricoltura denunciando come «questa instabilità colpisce un settore strategico dell’agricoltura italiana, già alle prese con costi di produzione crescenti e difficoltà nel garantire redditività e competitività»
Un olivicoltore - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un olivicoltore - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Repentino ed anomalo. Così Confagricoltura definisce il crollo dei prezzi dell’olio extravergine d’oliva tanto da inviare una lettera al Ministero dell’Agricoltura denunciando come «questa instabilità colpisce un settore strategico dell’agricoltura italiana, già alle prese con costi di produzione crescenti e difficoltà nel garantire redditività e competitività».

Secondo Coldiretti il calo è dovuto principalmente a «speculazioni e pratiche sleali», che minano il mercato e causano una rincorsa al ribasso non giustificata dalla qualità o dalla produzione, che restano invece elevate, con un calo di quasi il 20% da inizio ottobre.

La denuncia

Coldiretti denuncia che i prezzi sono scesi al di sotto dei costi di produzione, danneggiando i produttori italiani, e chiede controlli immediati e regole trasparenti. «Questo crollo del prezzo – rimarca Coldiretti – sta danneggiando gravemente le imprese agricole, poiché la remunerazione non copre più i costi di produzione» e chiede «controlli immediati e regole trasparenti» per contrastare queste dinamiche opache e proteggere il mercato.

Di certo questa situazione di mercato ha riacceso il confronto nella filiera. Infatti Assitol, l’associazione degli industriali dell’olio, ha evidenziato come «la nostra olivicoltura si basa per lo più su una proprietà frammentata e sottodimensionata, su cui pesano gli effetti del cambiamento climatico e la scarsa diffusione dell’agricoltura di precisione, essenziale per contrastare il dissesto idrogeologico e l’erosione del suolo».

Il Piano

Il lavoro del Piano Olivicolo, avviato dal Ministero delle Politiche agricole, è fondamentale per aumentare la produzione infittendo gli impianti, recuperando oliveti abbandonati, concentrando la produzione ora ridotta a una media di 1,5 ettari per azienda agricola, e per impegnarsi sulla valorizzazione della qualità e dell’efficientamento dei processi produttivi. In uno scenario di ritorno alla normalità, gli imprenditori oleari temono soprattutto il ritorno delle vendite sottocosto, fenomeno che, negli anni, ha danneggiato l’extra vergine.

Le continue promozioni hanno svalutato il prodotto, trattato come una commodity, e colpito la stessa filiera, in particolare la sua parte agricola. Un paradosso, se si pensa che l’olio d’oliva è un concentrato di gusto e salute, non un semplice condimento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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