Metà delle donne che lavorano nelle imprese private è part-time

I dati dell’Inps sul 2022 evidenziano in modo macroscopico come in provincia di Brescia il 49,6% delle lavoratrici sia a tempo parziale
Una riunione di lavoro - Foto Unsplash
Una riunione di lavoro - Foto Unsplash
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I dati dell’Inps evidenziano in modo macroscopico come in provincia di Brescia quasi la metà delle donne che lavorano nelle imprese private, il 49,6%, ha una «presenza nell’anno a tempo parziale» mentre, tra i maschi il lavoro «non standard» si riduce al 13,4% dei casi. Ma come è noto da numerosi studi e ricerche, il lavoro a tempo determinato, in somministrazione o a tempo parziale, nella maggior parte dei casi non è una scelta del lavoratore ma una condizione necessaria per avere accesso al mercato del lavoro.

Siamo in tempi di precarietà ma certamente, anche su questo, c’è una rilevante differenza di genere: la metà delle donne occupate nelle imprese private ha contratti di lavoro non standard, intendendo come standard quelli a tempo pieno e indeterminato. In tempi di precarietà c’è un elevato movimento in entrata – e in uscita – dal mercato del lavoro che, sempre considerando le attività private in provincia di Brescia, conta oltre 177 mila assunzioni nel 2022, delle quali oltre 75 mila, il 42,3% interessano le donne.

Un contesto generalizzato di precarietà, nel quale, nel 2022, le 32mila assunzioni a tempo determinato rappresentano solo il 18,2% del totale. In questo quadro la quota di donne assunte a tempo indeterminato (11.512) sul totale delle donne assunte (75.220) si ferma al 15,3%, mentre lo stesso calcolo per i maschi determina un quota di assunzioni a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni nell’ordine del 20,4%. Precarie tra i precari.

Guardando ai redditi dei lavoratori emerge, anche in questo caso, un gap notevole poiché il reddito medio annuo delle donne parasubordinate è, mediamente, nell’ordine dei 22.131 euro mentre quello dei maschi arriva 36.885, con una differenza di 14.754 euro, pari al - 40%.

Uno scarto assai rilevante che, peraltro, si rileva anche nel lavoro pubblico, ambito nel quale le oltre 40 mila donne occupate, rappresentano il 68,2% del totale, oltre i due terzi dei lavoratori. Diciamo subito che nei diversi comparti del lavoro pubblico il 18% delle donne occupate ha una «presenza parziale nell’anno», ovvero non ha un contratto standard, a fronte del 3,6% degli uomini. Questo significa che le donne costituiscono il 92% dei dipendenti pubblici che sono impiegati con una presenza a tempo parziale nell’anno 2022. Anche – ma non solo – per questo la retribuzione media delle donne impiegate nei diversi comparti del lavoro pubblico è di 28.766 euro, lontana dai 38.378 euro degli uomini: una differenza di 9.612 euro, pari al -25%.

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