Marenda: «Uniamo le forze degli artigiani su Esg e IA»

«Ascoltare per capire le esigenze degli associati». «Riflettere prima di agire». È un po’ questa la cifra del presidente Mauro Marenda, dallo scorso marzo alla guida di Associazione Artigiani Brescia.
Imprenditore tipografico ed editore, titolare di Grafica Sette, storica tipografia di Bagnolo Mella, si definisce «neofita nel mondo dell’associazionismo» e crede fortemente nelle potenzialità delle nuove tecnologie e nell’evoluzione che porterà l’intelligenza artificiale «che va governata», ed è strumento in grado di «accorciare le distanze che esistono tra la piccola e la grande impresa». E soprattutto è convinto di quanto sia importante fare sinergia e «unire le forze, avviare strette collaborazioni» tra le diverse anime degli artigiani su temi di grande attualità come sostenibilità, Esg e, appunto, l’intelligenza artificiale.
Sono passati quasi 4 mesi dalla sua elezione, che impressioni ha raccolto?
«Ho trovato un’associazione estremamente viva, dove a dispetto di quanto si possa pensare, gli iscritti hanno ancora voglia di incontrarsi di persona quando si affrontano temi concreti. Zoom ed e-mail sono indubbiamente parte della nostra vita, ma il rapporto cambia quando ci si vede faccia a faccia, si entra in empatia e si risolvono i problemi».
In Associazione ci sono più di 80 diversi mestieri raggruppati in 12 categorie, come coniugare interessi così profondamente diversi?
«Ponendosi in un atteggiamento di ascolto. In questi primi mesi ho incontrato i rappresentanti delle istituzioni, tanti associati, i gruppi organizzati. Dopo l’ascolto bisogna mettersi al lavoro per dare soluzioni: la nostra fortuna è avere un team di specialisti qualificati in ogni reparto di servizio che è in grado di affrontare a 360° gradi i problemi per le imprese. Gli artigiani hanno bisogno di interlocutori preparati e veloci per la soluzione dei problemi che giornalmente affrontano. Devono poter lavorare e delegare in sicurezza».
Cosa l’ha spinta a diventare presidente di Associazione Artigiani?
«Mi considero per certi versi un neofita dell’associazionismo. Dopo l’esperienza di alcuni anni con i nostri tipografi e quattro anni in Giunta al fianco di Bortolo Agliardi, ho deciso di mettermi a servizio delle imprese. È una grande sfida: credo lo sviluppo sociale non possa prescindere da quello economico del territorio. Le piccole e medie imprese sono veramente l’ossatura della nostra economia, portano benessere e creano posti di lavoro. La politica dovrebbe tenerne debitamente conto, ma...».
Alla politica cosa chiede?
«Fatti concreti e meno promesse, tempestività, meno burocrazia e tasse eque e attenzione alle micro imprese. La burocrazia è sempre più asfissiante, incide tra il 10-15 per cento dei costi di un’azienda. Ed il paradosso è che nelle piccole realtà artigiane questa zavorra è percentualmente più pesante rispetto alle grandi imprese. Le tasse? Vanno pagate per tenere in piedi il sistema Italia, ma lo devono fare tutti: chi non è in regola, chi opera nell’abusivismo, crea concorrenza sleale e questo va a danno dell’intera comunità».
C’è una cronica carenza di lavoratori. I giovani artigiani sono sempre meno. Come state affrontando questo tema?
«Il nostro è un lavoro che parte da lontano, ma non si fa mai abbastanza e ci stiamo lavorando: conoscenza e formazione devono essere centrali nell’interesse comune. Sappiamo per certo che si deve partire dalla famiglia e lavorare in sinergia con la scuola e le istituzioni per spiegare le infinite libertà e la creatività delle nostre professioni: fare l’artigiano è ancora il mestiere più bello del mondo. È vero, le aziende artigiane fanno sempre più fatica a reperire personale e molte professioni sono a rischio di estinzione. Faccio un semplice esempio: non ci sono giovani che vogliano fare il calzolaio, il falegname, il lattoniere, il carrozziere e la lista è sempre più lunga se non si giunge ad un intervento collettivo istituzionale, sarà un problema sempre più grande».
Cosa fare?
«Associazione Artigiani ha avviato percorsi impegnativi, ma fondamentali, come la collaborazione con il Gruppo Foppa, siamo soci fondatori di Its Machina Lonati, c’è anche l’esperienza formativa avviata con il coordinamento dei Cfp Provinciali a Padernello per una alternanza scuola lavoro diversa, che resta un obiettivo fondamentale del progetto».
L’Europa impone regole stringenti sul fronte della sostenibilità che impatteranno anche sulle piccole imprese. Cosa state facendo in questa direzione?
«Gli Esg rappresentano un cambio epocale per le imprese, in particolare quelle artigiane, riteniamo che in questo momento non siano ancora preparate anche perché non vi sono scadenze stringenti imposte. Se però non diamo attenzione all’ambiente che ci circonda quale rispetto possiamo avere per il nostro lavoro e i nostri collaboratori? È certo che nei prossimi anni le aziende capo-filiera vorranno avere fornitori che rispettano determinati requisiti di sostenibilità. Le stesse banche ci daranno credito in base ad un rating sul tema. Organizzeremo incontri per gli associati per fare un focus preciso e spiegare le opportunità che ci sono. Come associazione abbiamo avviato un’analisi per capire a che punto sono le nostre aziende associate e come aiutarle a raggiungere gli obiettivi».
E su fronte delle nuove tecnologie?
«L’Intelligenza artificiale è un altro grande tema anche se per noi viene prima di tutto la digitalizzazione. Vediamo un dinamismo propositivo che di giorno in giorno diviene sempre più pressante, ma per un’organizzazione è importante dare idee sistemiche. Con gli esperti potremo essere utili nello "scandagliare" le offerte allontanando i venditori di fumo. Personalmente credo molto in questa tecnologia, anche se ci vuole cautela. Il nostro compito è informare e offrire agli associati opportunità di crescita, strumenti ed interlocutori validi per poter scegliere e decidere quali passi fare».
Su questi temi tutte le associazioni hanno alzato il livello di attenzione.
«Credo sia veramente utile - e spero che sia possibile ed auspicabile - avviare con le altre associazioni degli artigiani, una collaborazione più stretta per progetti specifici come sostenibilità, Esg, digitalizzazione e intelligenza artificiale, perché la declinazione delle regole di ingaggio a favore della categoria più sono condivise e valutate e meglio credo daremo risposte agli operatori. Potremmo proporre iniziative di maggiore qualità perché frutto di più valori esaminati, tutto il mondo artigiano ne trarrebbe vantaggio. Le collaborazioni in rete immagino che possano essere il futuro. Dobbiamo agire su regole certe ma nella convinzione che si deve smettere di pensare al proprio orticello. Solo così, unendo le forze, potremmo affrontare temi strategici per il nostro futuro in modo univoco. Perché in fin dei conti, i problemi degli associati sono comuni».
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