Manca la CO2 per l’acqua frizzante: ferme le linee di imbottigliamento
A Brescia, in Italia e in Europa da qualche decennio non c'è tavola ben imbandita o banchetto degno di questo nome che non offra l’acqua con le bollicine. Questa normalità, che almeno dagli anni Settanta diamo per scontata, potrebbe diventare un lusso o comunque aumentare sensibilmente di prezzo. Colpa del «black out» dei produttori internazionali di anidride carbonica alimentare, che sta bloccando la produzione di acqua gassata in quasi tutta Europa, dall'Austria alla Germania e alla Svizzera, con la sola esclusione (per il momento) della Francia.
Il rischio di rimanere senz'acqua con le bollicine a breve non sarebbe comunque reale, considerato che - come spiegato a giugno dal presidente di Mineracqua, Ettore Fontana - soprattutto per le grandi imprese quello che viene imbottigliato adesso è in giacimento già da tempo.
Maniva, zero anidride
Resta il fatto non trascurabile che anche a Brescia aziende importanti come Maniva, capace di produrre 160 milioni di bottiglie l'anno tra Bagolino e Chiusi della Verna, hanno già sospeso temporaneamente la produzione di gassata e non sanno quando potranno riprenderla. «Siamo a zero anidride carbonica e da una settimana abbiamo fermato le bollicine - spiega l'amministratore delegato Michele Foglio -. Per ora non ci sono previsioni sulla ripartenza. Siamo passati dal ricevere milioni di litri di CO2 a zero. Il disguido è grave, anche considerando che siamo in estate e come sempre le richieste aumentano. In più siamo nel bel mezzo di una stagione turistica molto movimentata e il bisogno del prodotto per bar e ristoranti è consistente».
Le scorte Tavina
Da impresa a impresa l’anomalia si sente anche a Salò, dove opera Fonte Tavina, una realtà da 250 milioni di bottiglie annue. «Stiamo cercando di non far mancare niente al mercato e di non perdere il nostro equilibrio, anche attingendo alle scorte - rivela Armando Fontana, titolare e amministratore della società fondata nel 1967 dal cavalier Amos Tonoli -. Era già capitato altre volte in questo periodo di soffrire qualche calo, dovuto alle manutenzioni degli impianti. È innegabile però che da 15 giorni le cose stanno ben peggio di come le attendevamo. Arriva il 20% di quanto servirebbe per far fronte correttamente alle richieste, considerato che l'acqua con le bollicine copre circa il 35-40% delle 250 milioni di bottiglie prodotte in totale per l'Italia e l'estero. Stiamo cercando di reperire la risorsa in Polonia e Romania, anche a rischio di pagarla prezzi spropositati».
Fonte Sole
A Nuvolento, dove la famiglia Bodei produce l'acqua che va «solo in bottiglie di vetro» Fonte Sole, ci hanno detto di essere «coperti con le scorte di anidride solo fino alla fine del mese, sfruttando l'ultimo approvvigionamento fatto a giugno. Le prospettive future a breve sono invece lo stop della produzione delle bollicine, un problema non tanto per i mercati italiano e arabo, che vogliono quasi solo acqua naturale, quanto per quelli statunitense e australiano, che fanno incetta di gassata». Cosa ci si aspetta poi? «Un fenomeno speculatorio, con il prodotto che tornerà disponibile ma a prezzi maggiorati».
Acqua Castello
A Vallio Terme, da dove entrano sul mercato le quasi 6 milioni di bottiglie dell'Acqua Castello (di cui 2 milioni e 300 mila gassata, e solo in vetro), al momento il problema è scongiurato. «L'ultimo stock di CO2 è arrivato venerdì – ci hanno detto -. Abbiamo fatto richiesta di 7.000 litri ed è stata consegnata subito. La penultima volta era stata il 26 aprile, e anche allora non avevamo avuto problemi».
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