Economia

Lucchini Rs, l'utile cresce del 7,8% a 38 milioni di euro

Con l’aumento dei prezzi si gonfiano i volumi delle vendite e i costi. Gli investimenti sugli impianti
Le ruote ferroviarie della Lucchini Rs - © www.giornaledibrescia.it
Le ruote ferroviarie della Lucchini Rs - © www.giornaledibrescia.it
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Lucchini Rs ad alta velocità in tutti i sensi: per le ruote dei treni che produce e per come girano i conti in un settore come l’alta velocità, nato in Giappone negli Anni ’60 con il famoso Shinkansen, la rete ferroviaria dei «treni proiettile».

Il gruppo sider metallurgico, di cui è Ceo Giuseppe Lucchini, ha chiuso un altro anno brillante: 38 milioni di utile netto (erano 24,8 nel 2021) in crescita del 7,8%; ricavi consolidati in miglioramento del 13%; un ebitda (l’indicatore di redditività che evidenzia il reddito di un’azienda basato solo sulla sua gestione operativa, quindi senza considerare gli interessi, le imposte, il deprezzamento di beni e gli ammortamenti) di 56,1 milioni, aumentato del 31% sul 2021, ed una posizione finanziaria netta negativa di 19,5 milioni (dai 7 milioni del 2021), nonostante il valore delle rimanenze dei magazzini sia cresciuto di 27 milioni.

L’accelerazione

Questa la sintesi dell’esercizio 2022 del gruppo bresciano di cui è amministratore delegato Augusto Mensi, realtà che all’estero ha realizzato il 73% del fatturato, che lo scorso anno ha investito poco meno di 30 milioni gran parte dei quali nello stabilimento di Lovere con il raddoppio della linea di lavorazione automatizzata delle ruote ferroviarie (solo Fs investirà in Italia in dieci anni oltre 190 miliardi, la Grecia ha varato negli anni scorsi un programma triennale di investimenti di 3,3 miliardi) e che proprio nello stabilimento di Lovere in termini di sicurezza ha raggiunto nella sua storia ultra centenaria (riassunta nel libro «Onde d’acciaio») un indice di frequenza degli infortuni pari a 7,54 per milione di ore lavorate, ponendosi per l’anno in corso target ancora più alti.

Il presidente Giuseppe Lucchini - pilota con Augusto Mensi della crescita di valore di Lucchini Rs e della svolta tecnologico-ambientale - spiega che «l’incremento del fatturato e dei prezzi dei fattori della produzione sono stati le principali cause dell’incremento del capitale circolante netto, pari a circa 42,6 milioni di euro. Il fabbisogno finanziario legati a tale incremento è stato fronteggiati in autofinanziamento tramite flussi di cassa positivi derivanti dalla gestione corrente e tramite una minima variazione (+6,8 milioni di euro) della Posizione finanziaria netta che si attesta a 19,5 milioni di euro. A fronte della posizione finanziaria netta a bilancio il patrimonio netto si è attestato a 526 milioni di euro».

Impianti

L’articolazione del gruppo presenta tra le proprie divisioni quella ferroviaria - di cui fanno parte anche le controllate estere - che ha introdotto il Green Id, documento che certifica le emissioni di Co2 durante il ciclo di vita del prodotto (da cui emerge che il forno elettrico porta ad una riduzione del 75% dell’impronta di carbonio rispetto all’alto forno.

In Polonia rinnovato lo stabilimento di Miñsk Mazowiecki con nuove linee automatizzate per produrre gli assili e una di manutenzione delle «sale montate», «investimento - spiega ancora il presidente - che ci rafforza nella produzione di componenti ferroviari di alta qualità».

Va in questa direzione SmartSet, sala montata «intelligente» per la quale sono in essere accordi con Usa, Svezia e Cina.

Crescita di ricavi e margini pesanti per la divisione forgiati (Lucchini Mamè e Lucchini Fa.ro): con quest’ultima il gruppo consolida la propria catena di distribuzione nel settore degli acciai per utensili, settore che colloca Fa.Ro al primo posto in Italia. Lo scorso anno è stato varato il progetto di realizzazione di una nuova pressa da 7.000 tonnellate che «permetterà di ampliare la gamma di dimensioni dei prodotto, migliorare l’efficienza energetica e competitività».

Scenari

Come ormai moltissime imprese, sostenibilità e circolarità continuano ad essere centrali nel gruppo con un impegno continuo nella gestione e conservazione dell’acqua di cui Lovere ottimizza il consumo riciclando quelle reflue e raccogliendo l’acqua piovana. Anche in Lucchini Mamè Forge è stato implementato e ulteriormente migliorato un nuovo sistema di depurazione.

Nel 2022 è stata approvata la realizzazione nel 2023 di nuovi impianti fotovoltaici in molti stabilimenti del gruppo, tra cui particolare peso ha quello di Lovere dove si supereranno presto i 3MW di potenza installata. Entro l’anno in corso la capacità di potenza installata globale nel gruppo raggiungerà i 4,5MW.

Quanto al 2023 «nei primi cinque mesi del 2023 - conclude il presidente Giuseppe Lucchini - il gruppo ha registrato una crescita dei ricavi rispetto allo stesso periodo del 2022 anche se l’andamento dei mercati e dei fattori macroeconomici nei prossimi mesi saranno ancora determinanti per consolidare questa tendenza».  

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