Economia

L’industria bresciana perde leggermente terreno per la prima volta dal 2013

La Redazione Web
Nel 2023 il manifatturiero in calo dello 0,2%: pesano la debolezza della Germania e la flessione del commercio mondiale
Cala il manifatturiero di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Cala il manifatturiero di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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L’industria bresciana perde terreno, seppur leggermente, per la prima volta dal 2013.

Secondo l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia (periodo ottobre-dicembre 2023) l’attività produttiva nel settore manifatturiero provinciale ha infatti registrato complessivamente una debole flessione (-0,2%) del 2023 sul 2022, dopo i rilevanti movimenti di crescita sperimentati nel biennio precedente (+14,8% nel 2021 e + 5,4% nel 2022).

Si tratta come si diceva del primo «segno meno» per l’industria locale dal lontano 2013 (se si esclude l’eccezionale 2020), frutto di una componente propria negativa (-0,7%), solo in parte compensata dalla crescita ereditata dal 2022 (+0,5%).

Dichiarazioni

«Come abbiamo avuto più volte modo di sottolineare il Made in Brescia ha pagato, nel corso del 2023, una serie di fattori, tra cui spicca il generalizzato rallentamento del settore produttivo a livello mondiale – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –, con l’indice PMI globale che a dicembre 2023 si è attestato per il sedicesimo mese consecutivo sotto la soglia che delimita la crescita dalla contrazione. A ciò si aggiungono la conclamata debolezza della Germania, nostro principale partner commerciale, la flessione del commercio internazionale, la prosecuzione della fase restrittiva del credito alle imprese e la contestuale contrazione dell’ammontare dei prestiti a disposizione dello stesso».

E continua: «I segnali sono già evidenti: nel terzo trimestre dell’anno concluso la domanda di lavoratori in somministrazione ha evidenziato una brusca flessione (-28% rispetto allo stesso periodo del 2022), a cui si aggiunge il leggero aumento delle ore di Cig autorizzate. Sono tutti aspetti che, di fatto, ci trascineremo anche nel 2024 da poco iniziato e che ci inducono a essere cauti sulle previsioni per l’anno, pur nella consapevolezza della forza mostrata dal nostro sistema imprenditoriale, che è stato in grado di rendersi più forte a livello patrimoniale rispetto alle crisi del passato».

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