Economia

Le imprese fanno rotta verso l'Europa, pensando in grande

La nostra provincia non può prescindere da un forte legame con le istituzioni dell’Ue per affrontare le sfide che ci aspettano
Bandiere europee - © www.giornaledibrescia.it
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La nostra città si appresta a diventare, con Bergamo, Capitale italiana della Cultura nel 2023, occasione imperdibile per il nostro turismo ma anche opportunità per mostrare l’importanza di Brescia, valorizzando un’economia solida e diversificata, che vuole proiettarsi sempre più nel futuro al di là delle difficoltà del momento.

Brescia ha la responsabilità, la capacità, oltre che il bisogno, di pensare costantemente in grande per trovare occasioni di crescita e di rilancio. Serve guardare lontano, in quanto la sfida della competitività si vince solo rimanendo agganciati alle grandi tendenze dell’economia mondiale, cercando di capirne gli indirizzi prima di trovarsi di fronte alle conseguenze di questi ultimi. Condannati a quel punto a subirli.

La Camera di Commercio di Brescia, nella sua veste di Ente che rappresenta gli interessi generali delle categorie economiche locali, sotto questo profilo e nell’ambito delle proprie competenze intende svolgere un ruolo importante, tale da favorire un proficuo e costante confronto tra l’economia locale e l’Europa, contribuendo a far conoscere e tenere alta l’attenzione sulle grandi questioni oggetto della programmazione delle istituzioni dell’Unione, già nella loro fase di elaborazione.

Sono in particolare convinto del fatto che la nostra provincia non possa prescindere da un legame forte con l’Europa, perché è a Bruxelles che vengono prese la gran parte delle decisioni strategiche per il nostro territorio e per la nostra economia. È pertanto di fondamentale importanza capire, con sempre maggior cognizione di causa, i meccanismi con cui a livello europeo vengono prese le decisioni e affrontati i temi, soprattutto nella loro fase di preparazione allorquando è ancora possibile far sentire la voce di cittadini e imprese, tramite le rappresentanze istituzionali e i canali dedicati.

Roberto Saccone - © www.giornaledibrescia.it
Roberto Saccone - © www.giornaledibrescia.it

L’immagine dell’Europa è in questi giorni indebolita da uno scandalo corruzione dai contorni ancora in parte da definire. Ma non è il caso di indugiare nello sconcerto che questi fatti hanno provocato in tutti noi, poiché il lavoro delle istituzioni nel frattempo va avanti, vengono prese decisioni, si riflette su nuove politiche: Brescia deve esserci e ancor prima di contribuire deve riflettere sul futuro e sulle priorità del proprio territorio.

Percepita, a volte, come realtà un po’ troppo distante, possiamo invece constatare come le decisioni prese nei consessi istituzionali europei assumano oggi fondamentale rilievo per cittadini e imprese. Basti pensare agli interventi in occasione della pandemia Covid-19, ai finanziamenti riguardanti il Pnrr e, di recente, ai provvedimenti adottati in tema di politica energetica, per toccare con mano l’importanza di quella che comunemente definiamo «Europa» e la diretta incidenza delle sue politiche nella nostra quotidianità.

Dire che «Bruxelles è importante» non basta. Bruxelles non ha sempre ragione, Bruxelles non ha sempre torto. Bruxelles va seguita, nutrita di contenuti elaborati in modo professionale, accettando il contraddittorio e esponendo le proprie posizioni nei tempi e nei modi giusti, con la giusta determinazione. Occorre pensare all’oggi, a tutte quelle proposte legislative attualmente in discussione a Bruxelles in questo periodo. Penso ad esempio a quelle proposte che rischiano di porre in capo alle aziende oneri amministrativi ispirati alla necessità di perseguire una sempre maggiore sostenibilità, oneri la cui proporzionalità è da verificare con grande attenzione.

Una direttiva in merito, quella relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità, è stata recentemente adottata ed è ora in fase di attuazione a livello tecnico, prima della sua effettiva applicazione. Un’altra è attualmente in discussione al Consiglio e al Parlamento europeo: si tratta della direttiva sulla «due diligence», che ogni azienda potrebbe essere obbligata a condurre per certificare che la sua filiera a monte e la sua clientela a valle rispettano le regole internazionali per la protezione di ambiente e diritti umani.

Al di là del fatto che il fine può essere condivisibile, va probabilmente fatta grande attenzione a come perseguirlo in modo efficace scegliendo con cura lo strumento, senza esagerare nell’imposizione di adempimenti che essenziali non sono. Potremmo parlare anche di etichettatura dei cibi, di finanza sostenibile, dell’auto e della casa: tutti settori strategici per la nostra città.

Ma dobbiamo pensare anche al domani. Il 2023 in cui ci apprestiamo a entrare fa da anticamera a un 2024 che porterà a un nuovo ciclo di lavoro delle istituzioni Ue: a primavera inoltrata inizierà un nuovo mandato per il Parlamento europeo, in autunno quello della Commissione. In particolare le diverse Direzioni generali della Commissione europea stanno già pensando delle possibili azioni e proposte che vadano a plasmare il programma di lavoro dei diversi Commissari.

Cosa ha da dire Brescia in questo contesto? Cosa vuole Brescia da Bruxelles? Ecco, è con questo spirito che saluto questa nuova iniziativa del Giornale di Brescia: leggere di Europa ci aiuterà a riflettere sull’Europa, ci aiuterà a pensare in grande e, facendo questo, a portare benessere e crescita nel nostro territorio.

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