Economia

Le aziende e l'altra emergenza: mancano tecnici specializzati

Secondo una ricerca di Confidustria Brescia le aziende fanno fatica a reperire le figure necessarie
Mancano soprattutto operai specializzati e conduttori d'impianti - © www.giornaledibrescia.it
Mancano soprattutto operai specializzati e conduttori d'impianti - © www.giornaledibrescia.it
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Non solo il caro bollette e la carenza di materie prime. L’emergenza, oggi, per le imprese è data anche dalla grande difficoltà nel reperimento di figure professionali, in particolar modo negli ambiti strettamente legati alla natura manifatturiera del Made in Brescia. T

ecnici, nella maggior parte dei casi, ma anche operai specializzati e conduttori d'impianti, come si evince dalle risposte fornite da un campione di 171 imprese manifatturiere (soprattutto Pmi metalmeccaniche), che contano 18mila addetti.

È l'esito di una mini indagine, realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia, sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro, presentata all'Università Cattolica di Brescia. Il 98% delle aziende segnala di incontrare grossi problemi per quanto riguarda la disponibilità di tecnici nel mercato del lavoro, dovuti per il 46% sia ad una presenza limitata di candidati (gap quantitativo), sia alle loro competenze insufficienti (gap qualitativo); il 14% denuncia un gap solo quantitativo, mentre il 38% un gap solo qualitativo.

Le percentuali restano elevate tanto per gli operai specializzati (per il 97% degli interpellati, di cui il 49% indica entrambi i gap, il 20% quantitativo, il 28% quello qualitativo), quanto per i conduttori di impianti (per il 96%, di cui il 46% rileva entrambi i gap, il 12% il gap quantitativo, il 38% quello qualitativo). C'è poi l'aspetto delle competenze, dove il gap qualitativo segnalato dalle imprese si concentra prevalentemente sulle hard skills, per tutte le tre categorie professionali: tecnici (85%), operai specializzati (72%) e conduttori di impianti (100%).

Tra i canali di reclutamento utilizzati per la ricerca, l'83% delle aziende si rivolge ad agenzie per il lavoro e società di selezione, il 44% a procedure informali (passaparola, conoscenza diretta, etc.), il 28% a social network, il 27% a rapporti con istituti tecnici e/o professionali e il 16% agli Its. Nessuno di questi canali, però, ottiene una piena promozione, collocandosi a livelli medi nel giudizio espresso dagli intervistati.

«È un dato allarmante, che conferma ulteriormente le sensazioni di chi fa impresa ogni giorno - commenta Elisa Torchiani, vice presidente di Confindustria Brescia con delega al Capitale umano -. Le nostre aziende faticano a trovare profili di tipo tecnico, ovvero quelli più ambiti in una provincia manifatturiera come Brescia, dove il 65% delle imprese che sta assumendo è alla ricerca di operai specializzati e il 57% di tecnici.

Dobbiamo intervenire lavorando sulla formazione e facendo comprendere ai giovani le strade migliori per garantirsi un solido futuro lavorativo. Sotto questo profilo, centrali saranno gli Its, mediante una valorizzazione degli stessi».

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