Economia

La Cedrata Tassoni nella terra della Coca-Cola

A marzo la prima vendita di 50mila bottiglie in Usa: in calo i ricavi, ma resta alta la redditività.
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Entrambe nascono dall’intuizione di un farmacista. Correva l’anno 1793 e nell’alto Garda lo sciroppo di cedro Tassoni veniva prescritto a donne e bambini. Circa cent’anni dopo, ad Atlanta, una miscela a base di foglie di coca ad estratto di noci di cola viene invece consigliata come cura al mal di testa. Le storie (e le leggende) della Cedrata Tassoni e della Coca-Cola nascono in due angoli lontani del mondo e dopo essersi incrociate più volte sugli scaffali dei negozi italiani, ora si ritrovano negli shop americani.

«A marzo - racconta il presidente Bruno Carlo Cavallone nella Relazione sulla gestione allegata al bilancio - abbiamo effettuato la prima vendita della "soda" (circa 50mila bottiglie) negli stati di New York e Massachusetts. Le prime impressioni - aggiunge - sono positive, ma sarà il mercato a darci le risposte definitive». Difficile pensare che la Cedrata Tassonipossa rubare clienti alla CocaCola, ma di sicuro in questo momento la bevanda bresciana sta compiendo passi molti importanti per l’internazionalizzazione dei propri mercati. Lo conferma Cavallone che annuncia un importante accordo per la distribuzione della Cedrata anche in Inghilterra.

L’export, attualmente, vale solo una piccola parte dei ricavi della Cedral Tassoni di Salò. Il monte vendite del 2012 è pari a 9,2 milioni e riporta una leggera flessione (-6%) rispetto all’anno precedente. «Un calo - spiegano dal Benaco - imputabile all’aggravarsi della contrazione generale dei consumi. L’azienda ha comunque deciso di non sostenere le vendite con promozioni e tagli di prezzo, ma scegliendo di non ridurre la marginalità dei ricavi». Una strategia industriale che lo scorso anno ha permesso alla società di Salò di chiudere il bilancio con un utile di 1,5 milioni (1,7 milioni nel 2011).

Nel frattempo la Cedral Tassoni ha avviato un piano di investimenti che le permetterà anche di sostenere la sua «esperienza» all’estero. Alla fine di gennaio è stata ultimata l’installazione della nuova etichettatrice sulla linea di imbottigliamento delle bevande gasse.

«Solo i prodotti destinati al mercato estero - puntualizza il prof. Cavallone - verranno etichettati, mentre per il mercato italiano continueramo a commercializzare la Cedrata nella tradizionale bottiglietta (da 18 cl) priva di etichetta fino al 2016».
Erminio Bissolotti
e.bissolotti@giornaledibrescia.it

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