Economia

La Fondazione Istituto Zooprofilattico ha compiuto 70 anni

Anita Loriana Ronchi
Prandini (Coldiretti) e Giansanti (Confagricoltura) sono intervenuti al Museo Diocesano insieme al presidente Vitali per festeggiare il traguardo
Da sinistra Squizzato, De Pascale, Giansanti e Arditti - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Squizzato, De Pascale, Giansanti e Arditti - © www.giornaledibrescia.it
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«Celebrare questi 70 anni rappresenta un elemento di valore, da trasmettere alle nuove generazioni, in virtù anche del ruolo che la Fondazione esercita per i temi legati alla formazione e all’innovazione di carattere tecnologico». Così Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti, all’evento con cui la Fondazione iniziative Zooprofilattiche & zootecniche ha festeggiato il 70° anniversario, al Museo Diocesano, con il presidente Costantino Vitali.

La storia

«Dalla Terra al Cielo: coltivare il futuro è un viaggio umano»: titolo quanto mai evocativo ad indicare quel «viaggio», appunto, che muove dalle origini e da tradizioni radicate, per rinnovarsi con lo slancio delle idee più innovative. «Era il 1955 – ha ricordato il presidente Vitali – quando la Fondazione veniva istituita dall’Istituto Zooprofilattico delle Province lombarde, dalla Banca credito agrario bresciano, dalla Banca San Paolo di Brescia e dai legati Pastori, Dandolo, Chiodi, Conter, con lo scopo di promuovere e incoraggiare le iniziative per il miglioramento zootecnico, con particolare riguardo allo studio e alla ricerca scientifica nel settore».

Dal 1970, l’ente si occupa di formazione non soltanto dei dirigenti, ma di tutti gli operatori e imprenditori dell’ambito agro-alimentare, cui fornisce un supporto costante e professionale.

Il punto

Il primato dell’agricoltura, oggi, resta saldo e i numeri su scala nazionale parlano chiaro: 707 miliardi di fatturato nel 2024, 4 milioni di occupati, valori dell’esportazione superiori ai 69 miliardi. «Dobbiamo però continuare ad investire – avverte Prandini – anche nelle figure professionali, che diventeranno centrali domani nelle nostre aziende. E nella logistica, perché i nodi infrastrutturali saranno cruciali, in particolare quello della portualità, del sistema cargo, del trasporto su gomma ed anche l’alta velocità relativamente alle merci».

Il Green deal

Si tratta poi di abbracciare una visione ampia, non preoccupandosi di difendere esclusivamente il comparto agricolo, ma l’intera rete produttiva e guardando con estrema attenzione allo scenario internazionale. «Le regole imposte alle aziende italiane ed europee devono valere ogni qual volta importiamo da altri Paesi – rimarca il numero uno di Coldiretti –, pena il rischio di cadere nella concorrenza sleale. La Commissione europea insiste sul Green deal: ebbene noi siamo il Paese più sostenibile, ma se poi facilitiamo l’importazione da realtà come il Brasile, la cui produzione impatta più del 50% per emissioni, c’è qualcosa che non funziona».

Le politiche europee

A puntare il dito verso le politiche europee è anche il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Ci dicono che non ci sono risorse ed è stata presentata una proposta di riforma che va in senso contrario a quanto chiedevamo. Finora abbiamo raccolto molte promesse, ed il giudizio non è positivo».

Accanto alle quattro libertà dell’Ue, pilastri del mercato interno, si dovrebbe aggiungere – afferma Giansanti – «la libertà nella tecnologia dell’innovazione, su cui siamo drammaticamente indietro. L’agricoltura in 70 anni è cresciuta moltissimo – prosegue il presidente di Confagricoltura – ed oggi riscopriamo la vocazione dell’attività agro-industriale». Difesa dei confini, partita energetica e sovranità alimentare sono i cardini di una strategia comune, che non può prescindere da un dato il cui portato è extra-economico: «Dove c’è un’agricoltura forte, vi sono sistemi democratici diffusi».

Gli interventi

Alla manifestazione hanno portato il loro saluto numerose autorità, fra cui l’assessore regionale Giorgio Maione; la sindaca di Brescia, Laura Castelletti e il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini. Alla tavola rotonda «Radici e orbite» hanno preso parte, oltre ai presidenti nazionali Prandini e Giansanti, il giornalista e scrittore Roberto Arditti e la docente Stefania De Pascale dell’Università Federico II di Napoli.

Quindi la presentazione del libro «Un solco profondo» con l’autore Marco Bencivenga; Giovanni Bazoli, presidente emerito Intesa Sanpaolo; Francesco Bettoni, consigliere della Fondazione e lo storico Paolo Corsini. Nel volume, viene esplorata a tutto tondo una «vicenda esemplare», quella della famiglia Bettoni, che, come sintetizza il presidente Bazoli «ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell’industria agricola».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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