Iseo capitale di economia e finanza: torna la Summer School

Per la ventunesima volta dal 2004, Iseo sarà per una settimana la capitale degli studi dell’economia e della finanza globali. A trasformare l’Iseo Lago Hotel nell’ombelico del mondo universitario e cattedratico, che si occupa di economia, sono e saranno, da sabato 14 a sabato 21 giugno, i 60 studenti provenienti da 27 Paesi e 41 università della Summer school.
I docenti
Durante la settimana sarà presente anche un corpo docenti prestigiosissimo, composto dal premio Nobel e docente al Mit di Boston, Robert Merton; dal professore della European University institute di Firenze e già direttore del dipartimento International trade della Banca mondiale, Bernard Hoekman; dal capo economia della Casa Bianca durante l’amministrazione Clinton, Robert Wescott; dal docente del Kiel Institute for the world economy, Christoph Trebesch; dal professore dell'Università di Cambridge e della Barcellona school of economics Christopher Rauh; dall'economista della Banca mondiale e professoressa alla Vrije Universiteit di Amsterdam, Carolyn Fischer, e dalla professoressa dell'Università di Brescia nonché senior scientist allo European institute on economics and the environment, Elena Verdolini.
Il progetto
Professori e ragazzi stanno svolgendo da qualche ora un lavoro esteso su sei giorni, con lezioni mattutine e pomeridiane, intitolato Future prospects for the global economy, che ha come filo conduttore le prospettive di sviluppo dell’economia del mondo. L’evento è organizzato dalla Fondazione Iseo, nata come Istituto Iseo nel 1998 e presieduta fino al 2003 da Franco Modigliani, l'unico italiano insignito fino a oggi con il premio Nobel per l'economia.
In cattedra
La lezione di Robert Merton - destinatario del riconoscimento nel 1997 per aver formulato un nuovo metodo per la valutazione dei derivati - si concentrerà sull’innovazione finanziaria; quella di Hoekman sul commercio internazionale e quella di Trebesch sulla geoeconomia. Wescott interverrà sul tema caldo delle sanzioni imposte questa primavera dagli Stati Uniti al resto del mondo; la Fischer sull’economia ambientale e la Verdolini sulla transizione digitale ed energetica. Attualissima anche la lezione di Rauh, pronto a illustrare strumenti e modelli creati con l’intelligenza artificiale per prevenire o anticipare i conflitti armati, e in generale i terremoti politici.
L’iniziativa
A dimostrare l’interesse suscitato dalla summer school bresciana sono come sempre i numeri. Come raccontato dal presidente della Fondazione Iseo, Riccardo Venchiarutti, «Quest’anno la segreteria ha ricevuto ben 210 richieste di iscrizione, un numero che da l’idea di come questa scuola così particolare si sia ormai ritagliata uno spazio di grande notorietà nell’ambito accademico internazionale». Gli studenti, tutti già laureati, arrivano da Arabia Saudita, Australia, Canada, Cina, Corea del Sud, Filippine, Francia, Germania, Italia, India, Libano, Messico, Moldavia, Pakistan, Perù, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera, Turchia, Ungheria e Uzbekistan.
Il gruppo più numeroso quest’anno sono i russi, ben cinque; gli italiani sono quattro di cui due bresciani; lo studente che proviene da più lontano è neozelandese e per raggiungerci ha superato un viaggio di 24 ore e 12 fusi orari: la prova dell’attrattività irresistibile della scuola dei Nobel.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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