In un anno a Brescia i pagamenti digitali sono cresciuti del 38%

Contanti? No, grazie. La nostra provincia supera di tre punti la media nazionale, si abbassa il valore degli scontrini
Brescia è tra le province d'Italia in cui sono più apprezzati i pagamenti cashless
Brescia è tra le province d'Italia in cui sono più apprezzati i pagamenti cashless
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Contanti? No, grazie: gli italiani preferiscono pagare con bancomat, carta di credito, telefono. Sempre di più. Lo dice l’Osservatorio Città Cashless di SumUp, registrando l’aumento delle transazioni cashless nelle province italiane tra il 2022 e l’anno scorso. Brescia è quarantaduesima in Italia, con una crescita dei pagamenti senza contanti del 38,3%: quasi tre punti percentuali superiore alla media italiana del 35,5%.

Al primo posto della «classifica» c’è Bolzano (+58,8%), seguita sul podio da Modena (+57,5%) e Venezia (+53,2%). Si continua con Rieti (+52,3%), Rovigo (+52%) e Piacenza (+50,9%); e chiudono la «top ten» Vercelli (+48,7%), Gorizia (+48,6%), Terni (+48,4%) e Parma (+48,1%). In coda si trovano invece Reggio Calabria con un aumento delle transazioni cashless del 25,7%, Cosenza (+25,3%) e Ragusa (+22,9%).

Quanto alla provincia «cugina» di Bergamo, occupa il trentaduesimo posto, con una crescita dei pagamenti digitali di poco superiore a quella bresciana: 39,8%.

Quanto

Mentre soprattutto al nord e al centro Italia aumenta l’uso di carte e bancomat (o altro: com’è noto, la tecnologia si sta muovendo molto velocemente anche su questo terreno, vedi articolo sotto), diminuisce il valore medio degli scontrini: segno che le transazioni cashless riguardano anche piccole spese e stanno quindi diventando una pratica quotidiana. In media gli scontrini sono calati dell’8,1% rispetto al 2022; ma a Brescia la differenza è ancora maggiore: l’11,9%, un dato che ci colloca all’undicesimo posto in Italia.

Valore medio dello scontrino? In Italia è di 37 euro, diminuito di circa tre punti in confronto all’anno precedente. Nella nostra provincia è di 40,8 euro contro gli 84,8 di Trieste, prima nell’elenco relativo a questo dato, a lunga distanza dalla seconda, ovvero Siena dove lo scontrino medio è di 49,9 euro. All’ultimo posto Sud Sardegna con uno scontrino di 29,8 euro, preceduta da Oristano (30,6 euro) e Bologna (30,8 euro).

La maggiore variazione dello scontrino cashless rispetto al 2022 si registra a Parma (-16,7%), la minore a Ravenna, dove la differenza è davvero minima: il 2,6%.

Dove

Ferma restando la diffusione dei piccoli pagamenti digitali, la crescita più significativa - pari al 161,2%, con un valore medio dello scontrino di 190,9 euro - interessa gli agenti immobiliari. Seguono i negozi di antiquariato (+156%, scontrino medio 65,6), servizi legali (+153,2%; 239,5 euro), negozi di artigianato (+121,3%; 46,5 euro), arredamenti e design (+118,2; 127,7 euro).

Per quanto concerne gli esercizi più «quotidiani», accelerano soprattutto i negozi di cosmesi (+117,8; 37,7 euro) e i fiorai (+108,2; 35,5 euro), mentre resta in linea con le precedenti rilevazioni l’aumento di tabaccai, bar e club, caffè e ristoranti, edicole e negozi di alimentari.

Proprio gli alimentari, i tabaccai e le edicole sono nel gruppo di esercizi con gli scontrini cashless più bassi (rispettivamente 21,7, 20 e 20,2 euro) insieme a fast food (21,6 euro), food truck (21,4 euro) e, infine, bar e club i cui scontrini medi sono di 13,4 euro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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