Imprese

Artfidi Lombardia, un pilastro del credito alle micro imprese

A Milano la convention di Fedart Fidi. Il presidente Mattinzoli: «I 30 Confidi vigilati gestiscono 5,8 miliardi di stock di garanzie»
Da sinistra Anna Rocca, Enrico Mattinzoli e Giacomo Ussoli
Da sinistra Anna Rocca, Enrico Mattinzoli e Giacomo Ussoli
AA

La Convention nazionale di Fedart Fidi, svoltasi a Milano ha acceso i riflettori su uno snodo cruciale per l’economia italiana: il futuro del credito alle piccole e micro imprese. Tema tutt’altro che marginale se si considera che il 94,1% delle imprese attive nel Paese rientra proprio in questa categoria, pur continuando a incontrare ostacoli strutturali nell’accesso ai finanziamenti.

All’evento ha portato il suo contributo anche Artfidi Lombardia con una delegazione guidata dal presidente Enrico Mattinzoli, affiancato dalla vicepresidente Anna Rocca e dal direttore generale Giacomo Ussoli. La presenza delle istituzioni – dal sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci al senatore Stefano Borghesi, membro della Commissione Finanze – ha confermato la rilevanza strategica del sistema Confidi nel dibattito sulle politiche del credito, in un contesto segnato da nuove regole europee, transizione digitale e riforme.

Gli obiettivi

Nonostante il recente allentamento della politica monetaria e il ruolo significativo del Fondo Centrale di Garanzia, il credit crunch resta una realtà per molte micro imprese. È in questo scenario che i Confidi si affermano come canali alternativi e complementari al sistema bancario tradizionale – spiega Mattinzoli –. Soggetti non bancari ma vigilati, operano secondo principi di mutualità, assenza di scopo di lucro e forte radicamento territoriale, elementi che consentono una valutazione del rischio più aderente alla realtà delle imprese minori.

I numeri confermano la centralità del sistema: i Confidi risultano il primo operatore per numero di pratiche verso le micro imprese e il terzo per pratiche complessive. La loro azione è particolarmente incisiva nelle fasce di rating più critiche (3, 4 e 5), dove la garanzia consortile diventa spesso decisiva per sbloccare l’accesso al credito.

I numeri

Gli shock economici degli ultimi anni hanno spinto i Confidi vigilati a ripensare il proprio modello operativo, avviando un processo di diversificazione dell’offerta. Oltre alla tradizionale attività di garanzia, si è rafforzata la concessione di credito diretto e la consulenza finanziaria, rispondendo a bisogni complessi delle imprese.

Come ha ricordato Mattinzoli, i 30 Confidi vigilati italiani – tra cui Artfidi Lombardia – gestiscono oggi 5,8 miliardi di euro di stock di garanzie, 2,4 miliardi di flussi, 485 milioni di credito diretto e circa 1 miliardo di patrimonio libero. Dati che restituiscono l’immagine di un sistema solido, chiamato ora a giocare una partita decisiva: innovare, integrarsi con gli strumenti pubblici e interpretare una regolamentazione sempre più stringente per sostenere le imprese italiane.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...