Economia

Il Franciacorta graziato dal maltempo brinda ad una vendemmia al top

Brescianini: «Grappoli sani e con giusta acidità». Garda e Bassa: raccolti in calo per le grandinate
Entra nel vivo la vendemmia 2023 © www.giornaledibrescia.it
Entra nel vivo la vendemmia 2023 © www.giornaledibrescia.it
AA

La vendemmia 2023 nella nostra provincia si avvia ad entrare nel vivo. Alle battute finali in Franciacorta - nonostante le bizze del clima si sta concludendo dopo la pausa di questi giorni per le piogge -, la raccolta dei grappoli entrerà nel vivo in tutta la nostra provincia. Le uve in Franciacorta hanno dato risultati tecnici interessanti e positivi, ma il tempo che caratterizza le fermentazioni ancora in corso e poi il lungo affinamento in acciaio e sui lieviti sono passaggi altrettanto determinanti per definire la qualità di prodotto.

Le aree della provincia

Il clima sicuramente ha creato non pochi problemi alla «quantità» e all’attenzione che il viticoltore ha dovuto porre per salvaguardare l’uva. Dopo la Franciacorta, ora si è avviata la raccolta delle varietà più precoci nelle zone del Lugana e del Garda. È invece presto per le uve a bacca rossa che caratterizzano le zone della nostra provincia a forte vocazione come gli aerali di Capriano e del Montenetto, Botticino, i Ronchi, la Valle Camonica, oltre che del Garda, dove fra l’altro si produce il chiaretto, del Lugana, della Franciacorta e Cellatica. Le uve e i vini nei nostri territori è destinata per circa il 90% a produzioni certificate a Docg, Doc e Igt.

«Abbiamo iniziato la vendemmia in questi giorni con la raccolta delle prime uve - dichiara Davide Lazzari, viticoltore di Capriano del Colle - anche se la parte principale a Capriano del Colle verrà raccolta a settembre inoltrato possiamo già definire una vendemmia 2023 abbastanza difficile, data dai cali di produzione che variano dal 35 al 40 per cento a causa delle grandini a cui si aggiunge il conseguente rischio sanitario dell’uva che rischia di avviare muffe e marciumi. Dopo un agosto secco, i giorni di pioggia sono un tocca sana, ma ora abbiamo la necessità di minimizzare le umidità fino alla vendemmia».

I protagonisti

Per Luigi Biolatti, viticoltore di Erbusco «la vendemmia è partita bene e siamo stati davvero fortunati e graziati dalle calamità naturali che hanno colpito altre zone vitivinicole della provincia in generale il clima ha messo alla prova le capacità dei viticoltori nel saper mettere in atto le migliori pratiche agricole per ottenere uve salubri e di qualità. La vendemmia 2023 avrà in prospettiva buone potenzialità qualitative».

Per Gianluigi Vimercati, dell’azienda Al Rocol di Ome, «questa vendemmia è andata bene, siamo contenti sia per la qualità che per la quantità delle uve raccolte. Di sicuro siamo stati graziati dal maltempo e dopo un maggio molto piovoso avevamo il timore del diffondersi delle malattie».

Un quadro confermato anche da Silvano Brescianini, presidente del Consorzio di Tutela che conferma che «si può dire che in Franciacorta posso essere tutti soddisfatti, ma occorrerà aspettare la conclusione della vendemmia considerato che siamo ormai circa il 90% delle operazioni di raccolta. L’uva è sana, bella, con la giusta acidità e in quantità più abbondante rispetto al 2022. Si può dire che siamo contenti anche perché qualche preoccupazione in più ci veniva da eventi atmosferici che sono sempre più frequenti e distruttivi».

Sul Garda

Gianfranco Comincioli, imprenditore vitivinicolo e olivicolo di Puegnago del Garda, sostiene che «per quanto riguarda il nostro territorio la vendemmia non è ancora iniziata, le nostre uve rosse saranno mature verso la fine di settembre, per quanto riguarda le uve bianche quelle inizieremo verso il 25 settembre. Le piogge primaverili e le basse temperature delle prime settimane d’estate hanno di fatto rallentato lo sviluppo dei germogli della vite. Inoltre l’annata è stata caratterizzata da grandinate e fenomeni temporaleschi violenti che hanno in alcuni casi favorito lo sviluppo di problemi fitosanitari».

È presto per fare dei bilanci definitivi sulla qualità. La produzione provinciale quest’anno - evidenzia l’ufficio tecnico di Coldiretti Brescia - si conferma in calo del 15%. Si auspica che il prezzo della materia prima, uva, ancora in fase di contrattazione in alcuni ambiti, si mantenga alto, così da consentire ai viticoltori di compensare le perdite di produzione e aumenti di produzione, così da poter continuare ad avere i mezzi e le risorse per investire nel continuo miglioramento produttivo. «Il vino bresciano, nel più ampio contesto italiano rappresenta un patrimonio di cultura, storia, economia e lavoro - dichiara Laura Facchetti, presidente Coldiretti Brescia - va difeso con tutti i mezzi». 

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia