Il caso Coop Opera: quando il sociale fa risparmiare le casse pubbliche

L’inserimento di persone con disabilità nella forza lavoro di aziende private è in grado di generare valore sociale e di migliorare la qualità della vita delle stesse persone. A questo, che è ormai un dato assodato, se ne aggiunge un secondo, ora misurabile tramite un algoritmo ad hoc, che mette in luce l’entità del risparmio economico per le Pubbliche amministrazioni e per la comunità. La dimostrazione, interamente bresciana, è contenuta nello studio condotto da Socialis, il Centro Studi in imprese cooperative, sociali ed enti no profit dell’Università degli Studi di Brescia e Università Cattolica Sacro Cuore.
Dopo aver seguito la redazione del bilancio sociale della cooperativa Opera di Flero, Socialis ha applicato il proprio algoritmo «Valoris», basato sull’analisi costi-benefici, ai risultati ottenuti nel 2022 dalla onlus, che si autosostiene e non beneficia di alcun fondo pubblico. Socialis ha infine tradotto in euro l’impatto sociale dell’operato di Opera, giungendo a un risultato di grande interesse.
Il punto
Le conclusioni dello studio dimostrano che la cooperativa specializzata nell’inserimento di persone con disabilità nel mondo del lavoro (servizi di pulizie civili e industriali, reception e customer care) ha immesso nel corso del 2022 complessivamente 151 persone con diverse tipologie di disabilità, di cui 145 tramite contratto di inserimento e 6 in tirocinio, generando così un risparmio complessivo di 208.137,28 per la Pubblica Amministrazione (il 63% dei benefici sono a favore dello Stato, il 25% a favore della Regione e il 12% a favore dei Comuni coinvolti).
L’attività di Opera permette dunque di non pesare sulla spesa pubblica, ma, anzi, di alleggerirla evitando la richiesta di sussidi e redditi di cittadinanza e facendo risparmiare la Pubblica amministrazione in termini di erogazione di servizi e inserimento in centri diurni e ricreativi.
Il valore medio per ogni utente inserito è di 1.378,39 euro, con un picco di 3.783,72 euro l’anno a lavoratore nel caso di persone con disagio psichiatrico.
«La collaborazione con Socialis è stata assolutamente positiva ed estremamente interessante - sottolinea la presidente del Consiglio di amministrazione di Opera Valentina Boldini -. Hanno dimostrato un approccio innovativo e una sensibilità unica, permettendoci di arrivare a una maggiore consapevolezza del potenziale del nostro operato e di comunicarlo all’esterno in termini economici, senza dimenticare che ci sono aspetti intangibili del nostro lavoro che non possono essere monetizzati e che hanno un valore sociale estremamente alto per i soggetti svantaggiati e la collettività».
Nel caso-studio rappresentato da Opera ci troviamo, quindi, di fronte a un duplice risultato positivo, che investe non solo la sfera sociale sotto più punti di vista, tra cui la soddisfazione personale ottenuta attraverso l’autonomia economica della persona che lavora, ma genera anche un risparmio tangibile per i budget pubblici. Grazie al metodo Valoris la cooperativa ha dimostrato, infatti, di creare un valore economico rilevante per la PA a tutti i livelli, superando i costi generati e confermando di conseguenza l’efficacia dell’intervento di inserimento lavorativo.
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