Auto, il Gruppo Bossoni si trasforma per continuare a crescere
Era il 1987 quando nacque il gruppo di concessionarie d’auto Bossoni, dopo che il padre Mino, subita una rapina in autostrada al distributore che aveva in gestione, disse «Basta!» decidendo di rilevare una concessionaria Alfa Romeo ad Orzinuovi, aprendo così ai cinque figli una strada che nel tempo è diventata di grande successo. Guidato oggi da Mauro, che ne è presidente, i cinque fratelli Sergio, Massimo, Santo e Angelo hanno così portato l’azienda a diventare il quarto gruppo italiano di «dealers», che ora rivede l’organizzazione societaria che da cinque passa ad un’unica società controllante.
I numeri
Le società bresciane Bossoni Automobili, Mandolini Auto, Agricar, Gruppo Bossoni e Baiauto di Modena-Reggio Emilia, dal punto di vista civilistico e senza variazioni nel controllo passeranno sotto il tetto di una società per azioni, conservando la loro presenza in sei provincie e due regioni, continuando a rappresentare 22 marchi in portafoglio che il prossimo anno passeranno a venticinque. Quarantuno i punti vendita, 1.050 i collaboratori, un miliardo e 200 milioni il fatturato consolidato e 37.000 macchine vendute, che nel 2026 saranno 40.000. Le cinque ragioni sociali chiuderanno il 2025 con una crescita del fatturato e dei volumi di vendita con uno sviluppo del 9% sul 2024.
Identità
L’omogeneizzazione interna generata dalla nuova brand identity ha prevalentemente ragioni organizzative, oltre che di comunicazione: l’ex Agricar, che si chiamerà Bossoni Mercedes, continuerà a vendere auto del brand tedesca una sede che manterrà lo stile della casa, richiesto da Stoccarda, e così per tutti gli altri ventuno marchi in portafoglio, numero destinato ad aumentare per l’inarrestabile performance delle auto cinesi in Italia, dove i marchi prodotti nella «Terra di Mezzo», vedono Byd sfiorare la quota di mercato del 3%, avvicinandosi ad MG, Omoda Jaecoo che sfiorano il 2% di market share a novembre, quintuplicando i volumi da inizio anno.
Dentro questa profonda trasformazione «c’è un mercato – dice Mauro Bossoni – che richiede sempre più efficienza ed organizzazione; la nuova società è nata non per ridurre, ma per migliorare. Il logo è essenziale, ma va spiegato, essendo costituito da due B, che rappresentano due anelli di una catena che vogliono esprimere i concetti di unione, collaborazione, famiglia nella quale si intrecciano oggi due generazioni e che sovrastano nel blocco completo il cognome della nostra famiglia». Insomma, un moderno tutti per uno. Il logo è firmato da Lorenzo Bossoni, terza generazione, ieri a fianco del presidente insieme con lo staff del marketing con Matteo Albanese, Giovanni Sala Danna, e Marco Bossoni.
Lo scenario
Intanto il mercato territoriale dell’auto è atteso da cambiamenti epocali legati da un lato all’elettrico e dall’altro a come si venderanno le auto a clienti che arrivano in concessionaria già sapendo tutto e non come un tempo quando la macchina doveva esser loro presentata, illustrata, fatta provare e in molti casi tagliata su misura (dei desideri, delle necessità e della capacità di spesa).
Dove sta andando l’auto? «Nell’ormai vicinissimo 2026 – secondo Mauro Bossoni – il mercato sarà stabile; le auto cinesi saliranno oltre il 10% della quota occupata, con crescita di tutti i brand del far East, che tra loro hanno in comune voglia e forza di crescere». Sul mercato sono arrivati del resto macchine importanti espressione di prodotti sofisticati, come Omoda 9 che utilizza un sistema Super Hybrid System avanzato, che combina un motore termico (1.5 turbo benzina) con ben tre motori elettrici, per una potenza combinata elevatissima e trazione integrale, con un totale di quattro «motori» (1 termico + 3 elettrici) nel sistema. Sul mercato non rimane allora che allacciare le cinture.
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