Garda, Sebino e valli bresciane: spremuti oltre 480mila litri di olio

Flavio Archetti
Resa scarsa nonostante gli ottimi volumi: in provincia sono 1.700 gli olivicoltori riconosciuti e 4mila gli hobbisti
Olio bresciano, un buon 2024
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A Brescia la stagione delle olive e dell’olio è stata abbondante come quantità e scarsa come resa.

Il lavoro di raccolta

Se l’esito di questi due mesi di raccolto è ormai noto, non lo è invece la quantificazione del grande lavoro di raccolta e spremitura a livello bresciano e lombardo. Secondo le stime di Coldiretti Brescia, tra lago di Garda, lago d’Iseo e qualche uliveto sparso in Franciacorta e Valcamonica si sono raccolti 56mila quintali di olive e messi in bottiglia oltre 480mila litri di olio, ottenuti da 580mila piante sparse su 1.945 ettari di territorio.

A realizzarli, sempre da dati Coldiretti, sono stati 1.700 produttori riconosciuti e 4.000 hobbisti, che nella nostra provincia hanno fatto riferimento per la molitura a 43 frantoi. Come raccontato da Simone Frusca – responsabile dell’area tecnica di Coldiretti e conduttore dell’evento «Sommelier dell’olio e riscatto sociale in frantoio», organizzato in occasione della giornata mondiale dell’ulivo da Coldiretti al frantoio Sapor d’olio della cooperativa Clarabella – «la stagione 2024 è stata caratterizzata dalla presenza di una grande quantità di frutti, paragonabile a quella eccezionale del 2022, ma in difetto rispetto a quella sulla resa delle olive, con una media sotto il 10% al quintale, per la precisione all’8,5%».

I costi

Facchetti, Frusca e Comincioli
Facchetti, Frusca e Comincioli

«Questo – gli hanno fatto eco nel loro intervento il presidente di Aipol Brescia Silvano Zanelli e il presidente di Cascina Clarabella Aldo Papetti – ha voluto dire per le imprese anche maggiori costi, perché la frantoiazione ha il medesimo costo sia con rese alte sia con rese basse, così come lo stesso costo ce l’hanno la manodopera e gli investimenti in attrezzature indispensabili per la raccolta».

Zanelli, e dopo di lui il presidente di Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli, si sono concentrati anche sul sostegno all’olivicoltura, probabilmente il passaggio fondamentale per il futuro dell’attività olivicola provinciale ma anche nazionale.

Il clima

Perché? «Perché la scarsa resa di quest’anno, ma anche le difficoltà incontrate in altre stagioni hanno origine dalle bizzarrie del clima e in modo altrettanto dannoso dalle aggressioni che olive e ulivi subiscono da insetti, funghi e patogeni, veicoli di malattie – hanno ricordato quasi a una sola voce i due esperti –. È vero che qualcosa si sta facendo ma forse è ancora poco e soprattutto per questioni come la Xylella ci si è mossi per contrastarla con un ritardo di 10 anni. Poi ci sono sostanze come il dimetoato, fondamentale nella difesa delle piante, vietato all’uso dalla legge senza sostituirlo con prodotti di efficacia equivalente».

La presidente di Coldiretti Brescia, Laura Facchetti, ha sottolineato l’importanza del lavoro in corso in collaborazione con le Camere di commercio di Brescia, Bergamo e Lecco-Como, e con Regione Lombardia: «Con la prima abbiamo ottenuto contributi da usare per alleggerire del 50% alle imprese l’acquisto delle attrezzature, con la seconda sono in corso progetti per ricerca e lotta ai parassiti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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