Economia

Franciacorta, calano le vendite di vino ma cresce ancora il fatturato

Nel 2023, si è registrato un aumento dei prezzi in media del 6,4%. Nel 2024, volumi in discesa
Uno scorcio della Franciacorta - © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio della Franciacorta - © www.giornaledibrescia.it
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Il 2023 per il comparto del Franciacorta conferma sostanzialmente le posizioni dello scorso anno, anche se il numero complessivo di bottiglie equivalenti commercializzate subisce un modesto decremento, a causa del mercato nazionale, passando da 20,2 a 19,5 milioni (fonte Consorzio Franciacorta), con la leggera crescita di quelle esportate (12,1% del totale). Malgrado il modesto calo, i fatturati complessivi aumentano del 2,8%, per il significativo incremento del prezzo di vendita, pari al 6,4%.

Le esportazioni da 2,1 milioni del 2021 passano a 2,4 milioni del 2023: se si considera il valore ante pandemia, pari a 2 milioni, lo sviluppo è del 19,1%: si tratta di una tendenza certamente positiva che deve proseguire nel futuro, senza però trascurare il mercato italiano che rimane comunque il più importante, visto che rappresenta l’88% del totale.

La principale destinazione estera, anche nel 2023, è la Svizzera, che aumenta la sua quota al 21,8% del totale esportato, seguita da altri importanti Paesi: il Giappone, che risale al 14,2%; la Germania (11,9%) che supera gli Stati Uniti (11,8%); il Belgio (5,2%) e, più lontano, UK e Norvegia, di poco oltre il 3%. Guardando all’interno dei confini nazionali, due regioni rappresentano il principale mercato, nelle quali si confermano i valori del 2022: la Lombardia (36,1%) e l’Emilia-Romagna (10,4%).

Sotto la lente

Come ogni anno, le imprese bresciane esaminate sono solo quelle di cui si dispone del bilancio e che possiedono ricavi superiori a un milione di euro: si tratta di una porzione ridotta, in termini di numero, delle imprese aderenti al Consorzio. Il fatturato delle aziende selezionate continua il suo percorso di crescita, pari al 5,3% nel 2023, valore non molto difforme da quello dello scorso anno: l’evoluzione positiva o la conferma del dato del 2022 caratterizza il 75% delle imprese, identificando un comportamento diffuso. Il valore aggiunto supera nuovamente, in termini di incidenza sulle vendite, il 40%, due punti percentuali in più rispetto allo scorso anno.

Guardando la gestione caratteristica, l’Ebitda (margine operativo lordo) avanza ulteriormente, superando il 29% dei ricavi (27,7% nel 2022): l’incidenza del costo del lavoro è invariata, con un peso non trascurabile degli ammortamenti (7%).

La redditività operativa complessiva (Roi) aumenta in misura contenuta rispetto allo scorso anno ma di un punto percentuale se confrontata con inizio triennio: il valore si colloca al 6,8% (6,4% nel 2022). Tale avanzamento dipende dalla redditività delle vendite (Ros), che raggiunge il 22,8% contro il ben minore 18,6% di inizio triennio.

Perché una differenza così evidente tra marginalità delle vendite e rendimento complessivo del capitale? La causa, insita nelle caratteristiche della combinazione economica di queste imprese, risiede nella bassa rotazione del capitale investito, stabile nel tempo: il capitale investito è 3,3 volte superiore al fatturato, come lo scorso anno, con l’impatto delle rimanenze e delle immobilizzazioni, cioè le forme di investimento più durature, pari all’81% del totale.

Nell’ambito della solidità, il rapporto di indebitamento complessivo si mantiene stabile, anche se diminuisce sensibilmente la sostenibilità economica del debito: l’incidenza degli oneri finanziari sull’Ebitda si avvicina al 13%, più che raddoppiando il valore dello scorso anno. Tutte le imprese peggiorano questo indicatore, segnale del forte incremento del costo del denaro. Infine, il grado di copertura degli investimenti conferma il raggiungimento dell’unità, avvenuto per la prima volta lo scorso anno.

Primi sei mesi 2024

I dati dei primi sei mesi del 2024 (fonte Consorzio Franciacorta) mettono in evidenza un calo dei volumi del 6,1%, attribuibile in misura simile al mercato interno (-6%) e alle esportazioni (-6,6%): infatti, il rapporto tra i due macro-mercati è uguale al 2023. Nel primo semestre aumenta ancora, seppur in misura limitata, il prezzo medio di vendita, con effetto meno regressivo sui fatturati (-5,3%). È opportuno precisare che la dinamica delle quantità, dato certamente importante, può risentire di una serie di fattori esterni, quali quelli climatici, che possono ridurre il numero di bottiglie disponibili; inoltre, come in tanti altri settori di attività, le situazioni di crisi economica e geo-politica influiscono soprattutto sui mercati internazionali.

Infine, negli ultimi anni è crescente la richiesta di visite sul territorio Franciacortino ed è auspicabile, da parte delle cantine, una maggiore attenzione verso la ricezione, che contribuirebbe ulteriormente a consolidare l’identità del Franciacorta e a sviluppare nuovi volumi di vendita.

* ha collaborato Laura Bosio​​​​​​

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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