Filiere, dalla Regione altri 34 milioni: Brescia «raddoppia» con 270 imprese

Le filiere bresciane mettono il turbo e in soli 6 mesi raddoppiano di numero, mentre la Regione mette sul piatto altri 34 milioni di euro per sostenerle e farle crescere.

Stando agli ultimi dati forniti del Pirellone, la nostra provincia è passata dalle 7 filiere produttive e di servizi riconosciute a settembre 2023 alle 14 di oggi, dominando la classifica regionale, seconda solo a Milano: delle 61 filiere riconosciute da Palazzo Lombardia a seguito dell’ultima Manifestazione di interesse (altre 2 sarebbero ai blocchi di partenza), Milano ne conta infatti 24, seguita appunto da Brescia (14), Lodi e Pavia (6), Como, Bergamo e Lecco (3), Mantova e Monza-Brianza (1). E non è tutto.

Dei 1.344 soggetti totali coinvolti, tra imprese vere e proprie ed enti, cluster, banche o università, 270 sono nel Bresciano (erano 142 lo scorso settembre), con la nostra provincia che anche qui è seconda solo al capoluogo meneghino (499). In pratica, il 63% delle filiere regionali ha il soggetto capofila nel milanese o nel bresciano ed aggrega il 58% delle imprese e degli altri soggetti degli ecosistemi.

Il quadro

Complessivamente, in Lombardia, l’ampiezza media del partenariato delle filiere è di 22 soggetti, mentre se si guarda agli obiettivi dei progetti presentati si nota che il 90% ha un obiettivo di innovazione e trasferimento tecnologico e l’84% un obiettivo di sostenibilità o di formazione. Seguono, ma a distanza, gli obiettivi di internazionalizzazione (49,2%) e di credito e patrimonializzazione (21,3%).

Concentrandosi sullo spaccato provinciale, si nota come tra le 14 filiere del nostro territorio la parte del leone la facciano quelle attive nella lavorazione industriale dei metalli, con sei progetti a guida bresciana: la filiera di circolarità e sostenibilità dell’alluminio «Near to Zero», guidata da Raffmetal; quella delle componenti strutturali sostenibili in tecnologie dell’alluminio per applicazioni nell’automotive, con capogruppo Streparava; la filiera del riutilizzo delle polveri di scarto di alluminio a scopi energetici, guidata da Metalpress Donati; la filiera innovativa e sostenibile in ambito siderurgico capeggiata da Duferco Travi e Profilati; quella votata alla creazione di percorsi di circolarità e sostenibilità per il sistema delle fonderie lombarde promossa da Fonderie di Torbole e quella relativa alle leve per la competitività della filiera dell’ottone messa in pista invece da Metallurgica San Marco.

Ancora, il contributo bresciano spicca anche nel settore energetico e dei carburanti, dove la nostra provincia si distingue per 5 ecosistemi: se la filiera «Shine 2» guidata dalla monteclarense Ferlina ha l’obiettivo di realizzare una catena di produzione ed utilizzo di idrogeno verde, la srl Vehicle Engineering and Design fa da capofila alla filiera dedicata alla conversione dei veicoli per il trasporto pubblico all’idrogeno, le Industrie Saleri guidano quella delle componenti per veicoli elettrificati, H2 Energy quella per la produzione e gestione delle tecnologie dell’elettrolisi e dei componenti della filiera dell’idrogeno ed A2A Ambiente quella riguardante il trattamento di fanghi e acque reflue («Eco-Sludge»).

Due filiere a guida bresciana si muovono poi nel comparto dell’edilizia: da un lato, quella promossa dal Gruppo Gatti per il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione e dall’altro quella guidata dal Gruppo Marmisti Bresciani per l’incremento della competitività dell’ecosistema lapideo provinciale. Infine, non poteva mancare all’appello Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, che guida la filiera per lo sviluppo sostenibile, digitale, integrato e sicuro dell’ecosistema dell’arma sportiva.  //