Economia

Per la fertilità dei suoli nei vigneti della Franciacorta arriva Biopass

Il metodo ideato dal Sata di Brescia adottato dalla cantina Villa: combina osservazioni sensoriali - vista, tatto e olfatto del suolo - con analisi chimico-fisiche e biologiche
Ottima la vendemmia 2025 - © www.giornaledibrescia.it
Ottima la vendemmia 2025 - © www.giornaledibrescia.it
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In Franciacorta la qualità nasce dal terreno, ma anche da ciò che in esso vive. È su questa convinzione che si fonda la filosofia di Villa Franciacorta, azienda pioniera nella valorizzazione della biodiversità, che dal 2015 adotta il metodo Biopass, ideato dallo Studio Agronomico Sata di Brescia.

Un approccio innovativo che va oltre la tradizionale analisi agronomica, per leggere in profondità le relazioni tra suolo, pianta e microfauna. Il Terroir, si sa, è l’insieme di clima, suolo, vite e lavoro dell’uomo. Ma Biopass aggiunge un quinto elemento decisivo: la biodiversità, ovvero la ricchezza di organismi viventi che popolano il terreno e contribuiscono a mantenerlo fertile, resiliente e in equilibrio. Il protocollo Biopass - acronimo di Biodiversità, Paesaggio, Salute, Suolo - prevede un’indagine «vigna per vigna», capace di misurare la vitalità del terreno e di guidare le pratiche agronomiche verso una gestione più consapevole e sostenibile.

«La vendemmia 2025 sarà ricordata come una delle migliori degli ultimi anni», spiega Roberta Bianchi, alla guida di Villa Franciacorta col marito Paolo e i figli Alessio e Matteo. «Grazie a Biopass abbiamo programmato la raccolta in modo mirato, lasciando per ultimi gli appezzamenti più equilibrati, ricchi di biodiversità e materia organica. Il risultato sono uve straordinarie, dove maturazione fenolica e tecnologica coincidono perfettamente».

Come funziona

Il metodo Biopass combina osservazioni sensoriali - vista, tatto e olfatto del suolo - con analisi chimico-fisiche e biologiche. Si valutano il «benessere» delle radici, la struttura del terreno e la presenza di organismi indicatori di salubrità. Tra gli strumenti più significativi c’è l’analisi «QBS-ar», che misura la qualità biologica del suolo attraverso il censimento dei microartropodi, minuscoli invertebrati essenziali per la vita del terreno.

«Biopass permette di comprendere come la pianta comunichi con il suo ambiente e come reagisca agli stress», sottolinea Pierluigi Donna, agronomo di Sata. «È un metodo dinamico, che evolve con le stagioni e con l’esperienza del vignaiolo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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